“Riforma e Scrittura” sono le due “parole” che vengono in mente al Papa, interpellato da C.Cattolica su cosa i cattolici potrebbero imparare dalla tradizione luterana”. “All’inizio quello di Lutero era un gesto di riforma in un momento difficile per la Chiesa”. E “Lutero ha fatto un grande passo per mettere la Parola di Dio nelle mani del popolo”. E nelle “Congregazioni prima del conclave la richiesta di una riforma” è stata “sempre viva e presente”.
“Mi vengono in mente – ha risposto il Papa a Civiltà cattolica – due parole: ‘riforma’ e ‘Scrittura’. Cerco di spiegarmi. La prima è la parola ‘riforma’. All’inizio quello di Lutero era un gesto di riforma in un momento difficile per la Chiesa. Lutero voleva porre un rimedio a una situazione complessa. Poi questo gesto – anche a causa di situazioni politiche, pensiamo anche al ‘cuius regio eius religio’ (la norma per cui i popoli dovevano professare la stessa confessione dei loro principi, ndr) – è diventato uno ‘stato’ di separazione, e non un ‘processo’ di riforma di tutta la Chiesa, che invece è fondamentale, perché la Chiesa è ‘semper reformanda’. La seconda parola – ha proseguito papa Francesco – è ‘Scrittura’, la Parola di Dio. Lutero ha fatto un grande passo per mettere la Parola di Dio nelle mani del popolo. Riforma e Scrittura sono le due cose fondamentali che possiamo approfondire guardando alla tradizione luterana. Mi vengono in mente adesso – ha aggiunto – le Congregazioni Generali prima del Conclave e quanto la richiesta di una riforma sia stata viva e presente nelle nostre discussioni”.
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