“Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri! Per questo mi chiamo Francesco: come Francesco da Assisi, uomo di povertà, uomo di pace”, aveva detto Bergoglio subito dopo la nomina a vicario di Cristo. Il Papa una volta salito sul soglio aveva chiesto ai suoi sacerdoti di ricordarsi della Chiesa delle origini e di tornare a svolgere quello che da sempre sarebbe dovuto essere il loro compito primario: assistere i poveri ed essere poveri loro stessi. Passare dalle parole ai fatti dopo secoli trascorsi a omaggiare i potenti (tranne qualche rara eccezione) non è facile, come non è facile farsi sedurre dai fioretti del Santo di Assisi.
Il Papa e la povertà
Così mentre il Papa predica la povertà i suoi vescovi razzolano nel lusso. Qualche giorno fa l’ennesima dimostrazione di questo assunto: per eleggere il nuovo presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa i vescovi cattolici si sono dati appuntamento al Novotel Monte Carlo. Che non è certo un umile dimora: l’albergo è “situato – recita la pubblicità – nel cuore di Monaco, a Monte Carlo, questo hotel in stile avanguardista offre camere moderne, spaziose e climatizzate, alcune con vista mare o sulla rocca, sulla spiaggia o sul porto con yacht”. E ancora, “rilassatevi nel centro fitness, con una sauna o bagno turco, oppure nella piscina all’aperto. Il Novotel Monte Carlo si trova a pochi passi dal Casinò, dalla stazione ferroviaria per un facile accesso in treno e al centro congressi del principato”.
L’esempio di Francesco
Costo minimo 200 euro a persona. Così mentre il Papa sceglie di andare ad Amatrice, la città simbolo dell’ultimo terremoto che ha sconvolto il Paese, a bordo di una Golf con i vetri oscurati accompagnato solo dal suo autista e da un umile vescovo, gli altri “pastori di anime” hanno preferito il lusso di una delle più ricche città del mondo Occidentale. Insomma, non hanno voluto assolutamente tenere conto delle parole e degli esempi del loro Capo. E hanno anche perso un’occasione importante per tornare ad Assisi, che pure sarebbe stata in grado di offrire la calma e la serenità necessaria per ragionare di cose terrene e ultraterrene.
Ecco chi ha pagato il conto
Per la cronaca, il conto sarebbe stato saldato dall’arcivescovo francese Bernard César Augustin Barsi, lo stesso sacerdote che nel 2005 ha presieduto i funerali del principe Ranieri III di Monaco e il 2 luglio 2011 ha celebrato il matrimonio del principe Alberto II di Monaco con Charlène Wittstock. Sempre per la cronaca: il nuovo presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee) è il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza episcopale italiana. Un sacerdote che molto spesso è stato al centro dell’attenzione perché proprietario di una dimora non proprio modesta. E che, secondo molti commentatori, è uno di quei preti che predicano bene ma razzolano male.
Le parole e i fatti
Ecco che cosa aveva scritto subito dopo l’ultimo terremoto: “Ci spiace dover ripetere alcune cose, ma – in quanto Pastori che vivono in mezzo al loro popolo – abbiamo l’obbligo di dar voce a chi non ha voce o ne ha troppo poca. Le nostre parrocchie sono testimoni di come la povera gente continui a tribolare per mantenere sé e la propria famiglia. Vediamo aumentare la distanza fra ricchi e poveri; lo stesso ceto medio è sempre più risucchiato dalla penuria dei beni primari, il lavoro, la casa, gli alimenti, la possibilità di cura. Con speranza sentiamo le dichiarazioni rassicuranti e i provvedimenti allo studio o in atto; ma le persone non possono attendere, perché la vita concreta corre ogni giorno, dilania la carne e lo spirito. La fiducia nel domani diminuisce, gli adulti che hanno perso il lavoro sono avviliti o disperati, molti giovani – che mostrano spesso genio e capacità sorprendenti – si stanno rassegnando e si aggrappano ai genitori o ai nonni, impossibilitati a farsi una vita propria”. Belle parole, alle quali però non ha fatto, lo dimostra la vicenda di Montecarlo, seguire l’esempio.
Bergoglio e Bagnasco
Forse è proprio per questa mancanza di convergenza fra il fare e il dire che lo scorso gennaio Papa Bergoglio ha eliminato (si discuteva del Family Day) il cardinale dall’agenda degli incontri ufficiali. Era fissato un colloquio privato ma successivamente è stata cancellato dal bollettino interno timbrato “Prefettura della Casa Pontificia”. Il gesto, secondo molti vaticanisti, avrebbe sancito una frattura sempre più profonda tra la Chiesa di Francesco e quella dei vescovi italiani, e ora anche quelli europei, presieduta da Bagnasco.
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