In Italia ne esiste una soltanto. Nel mondo sono cinque, se si escludono quelle del Maramures, in Romania, patrimonio dell’umanità Unesco: chiese così, tutte di legno, di rito cristiano ortodosso romeno, si trovano in Venezuela, Francia, Svezia, Cipro e Svizzera. A Moncalieri, come si vede nella fotogallery, non è ancora chiuso, ma la chiesa è già aperta ai fedeli e il calendario delle messe è affisso su un cancelletto, pure lui di legno, che dà accesso al giardino del sagrato. La chiesa è intitolata ai quaranta martiri di Sebaste, soldati romani martirizzati nel 320 d.C. a causa della loro fede cristiana. Finora l’edificio ligneo è costato 60 mila euro, è stato costruito pezzo per pezzo in Transilvania, poi smontata e rimontata a destinazione, all’ingresso di Moncalieri a poche decine di metri dalla rotonda Maroncelli e dal confine con Torino. I soldi? Arrivano da un prestito bancario, chiesto da padre Marius Floricu, il parroco che ha avuto l’idea e che poi ha lavorato con gli operai in cantiere. I fedeli naturalmente contribuiscono. Perchè la chiesa è di legno e praticamente montata senza chiodi, ma ad incastri? Le spiegazioni possono essere due: la tradizione dice che la scelta sia conseguenza di un vecchio divieto dell’Ungheria di costruire chiese di pietra; ma potrebbe anche essere che le comunità cristiane perseguitate avevano necessità di un luogo di culto facile da smontare e trasferire rapidamente. Con lo stile del Maramures è in fase di realizzazione un altro edificio a destra dell’altare estivo. A Torino e nei comuni della provncia i romeni costituiscono la comunità straniera più numerosa: sono circa 102mila
(foto di Roberto Orlando)
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