Amazon in Giappone “consegna” monaci a domicilio

In Giappone Amazon ha iniziato a “consegnare” monaci buddisti a domicilio per le commemorazioni religiose dei defunti grazie alla collaborazione, avviata da circa un anno, con una start-up locale, Minrevi. Il servizio si chiama “Obo-san bin” che significa “consegna del monaco” ed è stato molto criticato dai leader religiosi del paese. I monaci che si sono resi disponibili per questo servizio dicono invece che si tratta semplicemente di una soluzione veloce ed economica a un bisogno reale, e che “Obo-san bin” sta contribuendo a preservare le tradizioni buddiste rendendole accessibili a milioni di persone che, in Giappone, per vari motivi si sono allontanate dalla religione o dai suoi rituali.
“Obo-san bin” è stato inventato nel 2013 da Minrevi, una start-up con sede a Tokyo che prima di essere ospitata su Amazon aveva costruito una rete di 400 monaci disponibili a offrire i loro servizi: si potevano prenotare tramite il sito oppure per telefono. Minrevi tratteneva circa il 30 per cento del prezzo pagato dai clienti, mentre il resto della tariffa andava direttamente al monaco. Dopo l’accordo con Amazon, Minrevi ha aggiunto altri 100 monaci per soddisfare l’aumento della domanda.
La prenotazione del servizio su Amazon funziona come quella di un qualsiasi altro prodotto. Si sceglie una delle quattro opzioni a disposizione e la si aggiunge al carrello. Si specifica che il servizio è disponibile per le commemorazioni (non per i funerali veri e propri) e che la “consegna” ha tempi che vanno dalle tre alle cinque settimane. Ordinare una cerimonia commemorativa di base presso la casa di una persona morta ha un costo fisso che è di 35 mila yen (circa 260 euro). La tariffa più alta è 65 mila yen e prevede anche che al defunto venga assegnato un nome postumo buddista, diverso da quello anagrafico usato in vita. Un rito funebre tradizionale in un tempio, compresa la cremazione del corpo, è invece estremamente costoso e può arrivare anche a superare un milione di yen. Il prezzo medio di una commemorazione è, in media, di 100 mila yen.
Akisato Saito, direttore dell’Associazione giapponese buddista, ha criticato l’iniziativa dicendo: «una cosa del genere non succede da nessun’altra parte del mondo. Dobbiamo dire di essere scontenti del modo in cui Amazon tratta la religione». Per i sostenitori del servizio fornito da Amazon, però, il prezzo richiesto dai templi è eccessivo. Dicono infatti che i templi tradizionali hanno in un certo senso trasformato la religione in un business, perché di fatto funzionano come delle imprese pur ricevendo molte agevolazioni fiscali dal governo: per esempio vendono le candele a prezzi altissimi e ricevono donazioni spesso superiori al reale prezzo dovuto dai fedeli.
C’è poi il fatto che moltissimi templi buddisti (sono circa 75 mila in tutto il paese) sono in declino e non hanno più contatti con le comunità locali. Jumpei Masano, un portavoce di Minrevi, ha spiegato che molte persone non hanno più alcun legame con il tempio della loro zona e che non sanno a chi rivolgersi o cosa fare quando devono organizzare un funerale: «Allo stesso tempo, sono numerosissimi i monaci che non riescono più a sopravvivere legati ai luoghi di culto, sempre meno frequentati. Abbiamo messo insieme le due necessità e creato un buon servizio». Molti templi stanno infatti scomparendo a causa di un calo delle donazioni e del fatto che la popolazione si sta trasferendo dalle campagne alle città: i templi si trovano soprattutto nelle zone rurali. Il 70 per cento dei giapponesi dice di non essere religioso o di essere ateo, anche se in molti hanno detto di seguire ancora le abitudini religiose soprattutto in occasione di alcune ricorrenze tradizionali o quando muore qualcuno.
Amazon non ha voluto fare commenti su questo suo servizio o intervenire nella discussione, scrive il New York Times. Ma lo scorso aprile, rispondendo alle critiche dell’Associazione giapponese buddista, aveva fatto sapere che il suo obiettivo era «fornire quante più informazioni possibili» ai propri utenti in modo che «potessero prendere le loro decisioni». Aveva poi precisato di aver soltanto ospitato i servizi di Minrevi, la quale ha detto di essere «molto soddisfatta» dell’aumento delle richieste ottenuto grazie alla nuova collaborazione.

ilpost.it

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