Stato contro Chiesa, un’altra vittoria ‘divina’: preti e suore battono i politici 3-2

MIGNANEGO – L’hanno spuntata loro, ancora una volta. Sul campo trapezoidale delle vetrerie di Mignanego, con poca erba, poca luce e molti buchi nelle reti, la Chiesa si impone sullo Stato per 3 a 2 e inanella la seconda vittoria di fila nel tradizionale big match goliardico dell’alta Valpolcevera, capace ogni anno di regalare allegria e spensieratezza, anche in una giornata che prelude al lutto nazionale in ricordo delle vittime del centro Italia, commemorate in un minuto di silenzio e riflessione prima del calcio d’inizio.

Da una parte, preti e suore. Gli uomini sono in casacca sportiva, maglietta azzurra, mentre le religiose non mollano il loro abito estivo bianco. Dall’altra parte, i rappresentanti del potere temporale. Parlamentari, sindaci, assessori e consiglieri, tutti con la maglietta rossa. Anche se a qualcuno quel colore non piace, come a Francesco Bruzzone, presidente del Consiglio regionale e per l’occasione allenatore del team. In campo è sport vero. Le regole sono quelle del “calcio anormale“: quattro contro quattro, due uomini e due donne per squadra, cambi liberi. Una donna sempre in porta, i maschi possono segnare solo di testa. Due tempi da tredici minuti.

Sugli spalti è un tripudio di giovani in festa. La Chiesa parte subito forte con un gol di don Gabriele Bernagozzi, viceparroco di San Fruttuoso. Lo Stato prova a reagire coi suoi giocatori migliori: il deputato di Possibile Luca Pastorino, l’agile sindaco di Vobbia Simone Franceschi, la consigliera di Savignone Manuela Bisio e il suo sindaco Antonio Bigotti, e ancora il sindaco di Rossiglione Katia Piccardo, l’assessora di Sant’Olcese Simona Lottici e l’assessore di Mignanego Alessandro Fornoni.

Arriva il pareggio con un gol di Manuela Bisio, ma poi la Chiesa tira fuori l’asso nella manica: l’impareggiabile suor Celia, talento e classe del Perù, che segna con un gesto tecnico notevole il gol del nuovo vantaggio. Tra gli uomini e le donne di Dio ci sono anche don Marek, polacco in servizio a Santa Zita – “Mi alleno tutti i giorni”, dice – don Massimiliano Moretti, anche lui a Santa Zitta, don Fabrizio Liborio di Rivarolo, don Giorgio Rusca del Cep di Prà e altre due temibili calciatrici: suor Josephine, filippina grintosa, e suor Alessandra, indiana, autrice di diverse parate. C’è il pareggio diFornoni, ma nel finale ancora suor Celia zittisce tutti e porta a casa il risultato.

Una partita tutta da ridere, ma soprattutto una grande festa all’insegna dell’amicizia e di una simbolica collaborazione tra sacro e profano che, soprattutto ai piani bassi della società, dà sempre i suoi frutti. “Che dire, loro hanno lassù qualcuno che li aiuta”, dicono i politici a fine partita. Ma sarà più difficile vincere a calcio anormale o vincere le elezioni? “Entrambe, ma stasera per noi è stato particolarmente difficile”, commenta Pastorino orgoglioso del suo sudore. “Le suore non ce le aspettavamo mica così in forma”, ammette Katia Piccardo. L’appuntamento per la rivincita, si dice a bordo campo, è tra due anni. Per ora, ognuno torna ai suoi compiti, pregare e amministrare. Almeno stasera, con un sorriso in più.

primocanale.it

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