Nel libro critica dalle fondamenta l’istituzione del celibato. Perché?
«Critico il celibato obbligatorio, perché non è una verità di fede, ma una disciplina canonica, che come tale può essere modificata. È una disciplina, peraltro, che oggi è esposta a dubbi e a obiezioni scientifiche. Sono certo che in futuro questa legge sarà cambiata e così sorrideremo sulla nostra attuale “fissazione” sul “dovere” dei preti di essere celibi, mentre ciò non è necessario per essere buon prete: basti guardare i preti orientali cattolici, che sono sposati».
da Il Piccolo / intervista a Krzysztof Charamsa