Sulla disciplina

Bene, oggi continuiamo a parlare dell’incontro che abbiamo fatto la scorsa settimana a Reggio Emilia quando siamo andati alla Fonderia, il Teatro Fonderia, ad assistere alla lezione spettacolo dei ballerini dell’Aterballetto. Valerio e Arturo erano i due coreografi, ricordate? A un certo punto una bambina di una scuola della città ha chiesto a tutti e quattro, i due balleini e i due coreografi, come facevano ad essere così bravi. Ecco, qualcuno si ricorda cosa hanno risposto?

«Hanno detto che erano bravi perché si erano allenati molto a fare quella danza». «Hanno detto che hanno iniziato a ballare a quattro anni e non hanno mai smesso fino ad ora. E anche oggi si allenano per sei ore al giorno». «Io ho visto che loro, soprattutto la ballerina, appena si fermava un attimo, appena smetteva un attimo di ballare e si sedeva per rispondere alle nostre domande, lei si metteva subito un golfino per tenere caldi i suoi muscoli. Anche se non c’era caldo. Perché forse aveva sudato e aveva paura di raffreddarsi». «Anche io ho notato che erano molto attenti al loro corpo, a come toccarsi, a dove mettere i piedi, a come li mettevano». «Anche perché lorop non avevano le scarpe a punta dei ballerini. Avevano i piedi scalzi. Allora dovevano essere ancora più attenti». «Mi ricordo che ha detto che nella danza moderna spesso si danza anche a piedi scalzi, non come con la danza dell’antichità che ci volevano sempre le scarpine rosa a punta».

Ma c’è qualcosa di particolare che hanno detto… «Hanno detto che loro si impegnano tanto a ballare”. “Hanno detto che è il loro lavoro, ballare. Cioè che li pagano per ballare. Bellissimo! Anche a me piacerebbe!». «Dicevano che per ballare bisogna avere un rapporto con il proprio corpo». «Poi che ci vuole molto medoto per ballare…»
Fuoco, fuochino… Non hanno detto proprio metodo… Ma disciplina. E hanno spiegato anche cosa è. Chi me lo sa dire?

«La disciplina? E’ come la Storia, la Grammatica, Scienze, Matematica. Sì, insomma, è una materia di scuola». «No, loro intendevano un’altra cosa. Dicevano disciplina per dire severità, cattiveria».

No, questo è quello che pensavate voi bambini. Ma loro, Valerio, se ricordo bene, ha spiegato bene cosa è. Ha detto proprio la definizione. Ha detto: La disciplina è una pratica con delle regole. Così si impara ad essere bravi. Mi spiegate cosa è una pratica con delle regole? Cosa voleva dire?

«Vuol dire che non basta che dici che sei bravo, devi e anche esserlo in pratica, cioè veramente». «La pratica sono gli esercizi che devi fare per diventare un bravo ballerino». «Per me la pratica è una cosa che devi fare, un allenamento per impratichirti». «La pratica sono le prove».

Ma pratica con delle regole cosa vuol dire?
«Vuol dire che non puoi allenarti come vuoi, ma devi rispettare delle regole». «E’ come i compiti, tu devi fare gli esercizi che tin dice di fare la maestra». «Per essere bravi a leggere e a scrivere bisogna allenarsi bene a leggere e a scrivere, tutti i giorni, come fanno i ballerini per ballare». «Anche per giocare a calcio, allora». «Mi è piaciuto quando lui la sollevava in aria». «La disciplina vuol dire ridere poco e non distrarsi». «Disciplina vuol dire che ci devi mettere molto impegno. Vuol dire che ci devi mettere molto sacrificio». «Disciplina vuol dire fare le cose a modo, con delle regole, non fare le cose a caso, altrimenti non impari niente e non diventi mai bravo».

ilmanifesto.info

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