Parma, sciopero della messa contro don Franco accusato di tortura

Parte lo “sciopero della messa” nella caldissima Bassa parmense. L’Associazione Antigone si scaglia contro don Franco Reverberi, accusato di tortura. Una protesta che sembra uscita dalla penna di Guareschi, dura sferzante, molto umana.

Sorbolo è un piccolo paese in provincia di Parma con meno di 10 mila abitanti. Vicino a Sorbolo c’è Enzano di Sorbolo. In Strada del Fienile, la Parrocchia di Sant’Andrea Apostolo. Gli abitanti di Enzano di Sorbolo sono circa trecento, ricorda il comunicato di Antigone.

“A Sant’Andrea celebra messa don Franco Reverberi, ottuagenario sacerdote parmigiano, accusato dalle autorità argentine di aver preso parte alle torture perpetrate dai militari del regime di Videla. Uno dei prigionieri politici arbitrariamente portati nel centro di detenzione di Mendoza in Argentina nel 1976 racconta di un cappellano italiano vestito da militare. Un altro prigioniero ricorda anche lui come insieme ai militari c’era un prete che lo interrogava in italiano. Ogni tanto quel cappellano pare indossasse la divisa militare.

Dunque quel sacerdote pare fosse qualcosa di più, secondo i testimoni di quei tormenti, che non un semplice prete che diceva messa. Pare non fosse interessato a salvare le anime, ma a loro dire, era complice nel far soffrire i corpi.

Quel cappellano potrebbe essere don Franco Reverberi, che tornata la democrazia decise di ristabilirsi nella sua Sorbolo. Don Franco Reverberi è ‘wanted’ per l’Interpol. L’accusa è “Imposicion de tormentos”. Imporre tormenti significa torturare. La richiesta di estradizione risalente al 2012 è stata giudicata prima dalla Corte d’Appello di Bologna e poi dalla Corte di Cassazione. La magistratura italiana ha alzato le braccia e ha messo nero su bianco che in assenza del crimine di tortura nel codice penale italiano non avrebbe potuto estradare il sacerdote Oltreoceano.

“La tortura è un crimine contro la dignità umana – dichiara Patrizio Gonnella, Presidente di Antigone – ma in Italia non è reato nonostante un trattato internazionale ratificato nel 1988 ci vincoli in modo cogente alla sua codificazione”. “Negli ultimi mesi Matteo Renzi, presidente del Consiglio, Andrea Orlando, ministro della Giustizia e Gennaro Migliore, sottosegretario alla Giustizia, hanno pubblicamente dichiarato che questa legge serva al nostro Paese ma l’Italia intanto – prosegue Gonnella – è il paradiso giudiziario dei torturatori nostrani e internazionali. È obbligo del governo la cooperazione giudiziaria con gli altri Paesi nonché il rispetto delle norme internazionali. Il Senato, dove langue la proposta di legge, è negligente e colpevole”.

“Sarebbe buona cosa se i cittadini di Enzano di Sorbolo si astenessero dall’andare a messa nella parrocchia di Sant’Andrea.

Non sappiamo se don Franco Reverberi sia colpevole o meno. Non è dato saperlo perché nel suo caso, come in tutti i casi di tortura, in Italia, non c’è spazio giudiziario per l’accertamento della verità. Per cui lo sciopero dalla messa dei fedeli della parrocchia di Sant’Andrea potrebbe forse essere un risarcimento simbolico alle vittime della tortura, visto che il risarcimento giudiziario non è possibile in Italia” conclude Gonnella.

parma.repubblica.it

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