Diaconi: i preti sposati prima ancora delle donne

Un  sacerdote di Agrigento, di  ottantasei anni e sessanta di sacerdozio, perplesso e sorpreso in merito alla notizia del diaconato da dare alle donne che, come ogni novità, rischia di generare anche un certo disorientamento nei fedeli.
La notizia – lettera pubblicata sul sito www.ildialogo.org
Perplesso perché, se approvato, mi pare si tratti di una “decisione” contraria a quanto si legge negli Atti degli Apostoli(6,3 :“cercate di trovare tra voi sette uomini “) oltre a quanto riscontriamo in Timoteo (I,7,9: “i diaconi devono essere uomini che custodiscano”; 3,9: siano mariti di una sola moglie”).
Sorpreso perché, a fronte della preoccupazione di estendere il diaconato alle donne, si parla poco dei sacerdoti che, ricevuta la dispensa, si sono regolarmente sposati, senza poter tuttavia fare utile servizio di diaconato.
Anzi, viene loro vietato qualsiasi atto liturgico, anche il più semplice come la lettura del Vangelo durante la S. Messa o di “portare” la Comunione agli ammalati, concessione possibile per l’ultimo dei credenti. La loro riabilitazione al servizio  diaconale, invece, dovrebbe a mio avviso essere prioritaria rispetto alla “preoccupazione di un diaconato da concedere alle donne.
Inoltre stento a “comprendere” questa priorità, quasi come un’ “urgenza” o un’”emergenza”, se dal Vangelo ricaviamo che gli apostoli non erano celibi e che di Pietro si dice che avesse una “suocera” (Lc 4,39) o se guardiamo ancora al su accennato passo di Timoteo, dove Paolo afferma che “il vescovo sia marito di una sola moglie”. Che dire poi della prima lettera ai Corinti (9,5) , dove si legge: “non abbiamo forse il diritto di condurre con noi una moglie , sorella nella fede, come fanno gli altri apostoli e fratelli nel Signore e Cefa”. Se poi andiamo ai sacerdoti anglicani passati al cattolicesimo. Non viene loro fatto obbligo di lasciare la propria moglie per continuare ad esercitare il ministero sacerdotale.
Sicuramente si tratta di problematiche complesse le cui novità, ivi compresa quella del diaconato alle donne, possono non trovare tra i fedeli adeguata maturità e formazione per accettarne le implicanze. Ma non mi pare di esagerare nel dire che, prima ancora che del diaconato alle donne, si debba discutere e decidere della riammissione al diaconato del sacerdote cattolico che non esercita più il ministero, che sia singolo o sposato, anche se con regolare dispensa.
Agrigento 24 maggio 2016 memoria di Maria SS. Ausiliatrice
Sac. Calogero Scaglia

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