Più trasparenza sui casi di pedofilia nella Chiesa

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La Spezia – Di pedofilia nella Chiesa si parla ancora poco. Soprattutto, non vi è adeguata trasparenza sui casi accertati. Si può e si deve fare di più: lo sostiene l’Uaar, l’Unione degli Atei e degli Agnostici razionalisti, che ha organizzato un incontro alla Spezia, all’Urban Center, con lo scrittore Antonio Lombatti e con Francesco Zanardi, presidente della Rete L’Abuso.

«Non è – ha precisato il presidente Uaar, Cesare Bisleri – un atteggiamento “contro la chiesa”, ma al contrario, una richiesta di chiarezza che è condivisa anche da chi è devoto». Nel dibattito si è discusso del fatto che esistano due forme di giustizia “parallele”: a volte i casi di pedofilia sono gestiti internamente dalla Chiesa, senza che la denuncia arrivi alla magistrature e in questi casi, è la stessa Chiesa che procede con le punizioni, vale a dire con l’allontanamento temporaneo dall’incarico, oppure con la riduzione allo stato laicale. Nei casi di allontanamento temporaneo, i sacerdoti pedofili vengono reinseriti in altre comunità parrocchiali: «È accaduto, però – ha rilevato Zanardi – che taluni sacerdoti pedofili abbiano poi commesso nuovamente gli stessi reati».

Secondo Zanardi non c’è ancora adeguata trasparenza su queste vicende: i cittadini non sanno se il sacerdote al quale vengono affidati gli oratori abbia avuto precedenti o meno. Non viene detto. Zanardi ha detto che è «difficile anche rendere note queste vicende» e ha spiegato che il sito dell’associazione onlus rischia di essere oscurato, a fronte della protesta di un sacerdote, che esige venga rimosso un articolo in cui si dà riscontro di una condanna che ha subìto tempo fa per pedofilia. «Il reato – dice Zanardi – non è prescritto, ed è stato valutato solo dalla giustizia interna alla Chiesa: il sacerdote non ci querela, perché dovrebbe rendere nota la vicenda, e rischierebbe di essere incriminato dalla giustizia ordinaria. Così si è rivolto attraverso una lettera al server sul quale è appoggiato il sito della Rete L’Abuso, un server tedesco. Questo ha minacciato di oscurare il sito, se non toglierà l’articolo». Ma «l’associazione ha deciso di non rimuoverlo e ha deciso di cambiare server».

ilsecoloXIX

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