Pensioni, anche i preti nella gogna dell’Inps

Aria sempre più pesante sulle pensioni. Da settembre il governo affronterà il dossier previdenza, ufficialmente per allentare la morsa della riforma Fornero.

In realtà per varare una serie di interventi che penalizzeranno i pensionati, presenti e futuri. E, magari, anche i parroci a riposo, che ieri sono finiti sotto i riflettori dell’operazione trasparenza dell’Inps chiamata «Porte aperte» con la pubblicazione delle cifre della loro gestione, in rosso cronico. La premessa per un giro di vite sulla previdenza della Chiesa?

Il tema generale resta quello della flessibilità in uscita. Le formule sono tante, ma ieri, una mezza ammissione del responsabile economia del Pd Filippo Taddei, ha dato qualche indicazione in più sugli umori di Palazzo Chigi. Con la legge di Stabilità, ha detto in un’intervista al quotidiano QN , ci sarà anche «il ricalcolo delle pensioni con sistema contributivo». Nell’ entourage del premier Matteo Renzi, Taddei è quello più a favore di una riforma che preveda il contributivo. Ma il tema è un campo minato, visto che, come ha documento nei giorni scorsi la Uil, comporta tagli all’assegno dal 10% al 34%. Ma c’è un’altra sforbiciata di fatto che è già pronta nei cassetti di Palazzo Chigi e riguarda lo stesso tema affrontato con il decreto convertito tre giorni fa dal Parlamento: il recupero dell’inflazione. L’esecutivo è al lavoro per impedire il ritorno alla piena rivalutazione delle pensioni che scatterà dal 2016.

Dopo il blocco delle pensioni superiori a tre volte il trattamento minimo voluto da Monti (quello dichiarato illegittimo dalla Corte costituzionale) è entrato in vigore un altro meccanismo, varato dal governo Letta, che limita la rivalutazione tra il 2014 e il 2016.

Il governo vuole impedire un ritorno al sistema in vigore in passato, che a legislazione vigente scatterebbe dal prossimo anno e prevede un recupero molto più generoso dell’inflazione. Vorrebbe lasciare in vigore il metodo Letta o limitarlo ulteriormente. Ad esempio escludendole del tutto dall’indicizzazione le pensioni sopra 3.000 euro lordi. Sul tema è stato avviato un confronto con i sindacati, che sono perplessi. «Cominciamo un confronto, ma noi siamo per il ripristino pieno dell’indicizzazione», spiega Domenico Proietti, segretario confederale della Uil.

Per tornare a Boeri, il metodo scelto dal presidente dell’Inps è anche quello di mettere di volta in volta online i bilanci delle diverse gestioni previdenziali, in modo da fare vedere quali sono in rosso, cioè pagano pochi contributi rispetto alle pensioni che incassano. Ieri è toccato al fondo Clero, che ha un disavanzo di 2,2 miliardi. Colpa del calo delle vocazioni: per ogni prelato che versa contributi, ce ne sono due che percepiscono un assegno, che è comunque basso e sarebbe ridotto della metà se calcolato con il contributivo. Il 72% ha una doppia pensione. Dati messi online, magari, per prendere di mira anche le pensioni da preti.

ilgiornale.it

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