Lo strappo di Francesco: “Ai poveri i posti d’onore del concerto in Vaticano”

CITTÀ DEL VATICANO – Gli ultimi saranno i primi, disse Gesù. Parole che sono legge per Francesco che ha deciso di riservare i posti d’onore di un concerto che avrà luogo in Vaticano ai poveri, ai migranti, ai senzatetto. Per la prima volta, in quelle prime file per consuetudine occupate da capi di Stato, dignitari, rappresentanti di istituzioni, siederanno coloro che più di tutti sono presenti nel cuore di Bergoglio. Il concerto, intitolato “Con i poveri e per i poveri”, avverrà giovedì 14 maggio nell’Aula Paolo VI. E cioè in quella stessa Aula dove il 22 giugno 2013 si consumò un piccolo giallo. A un concerto organizzato per l’anno della fede, Francesco all’ultimo diede forfait. Per “motivi improrogabili ” la sua sedia rimase vuota.

Sotto la bacchetta del maestro Daniel Oren a esibirsi saranno l’Orchestra Filarmonica Salernitana “Giuseppe Verdi” e il coro della diocesi di Roma diretto da monsignor Marco Frisina. Lo faranno per sostenere le opere di carità del Pontefice, con il patrocinio dell’elemosineria apostolica, del pontificio consiglio della Cultura, di quello per la Nuova evangelizzazione e della fondazione San Matteo del cardinale Van Thuan. I biglietti d’ingresso saranno gratuiti, ma a tutti i presenti, si legge nell’invito, “sarà data la possibilità di contribuire con offerte volontarie che saranno interamente devolute all’elemosineria”.

I senzatetto sono gli ospiti illustri dell’evento. Saranno convocati attraverso associazioni di volontariato che operano sul territorio: la Caritas diocesana di Roma, il Gran Priorato di Roma, la delegazione di Roma del Sovrano Militare Ordine di Malta, il Circolo San Pietro, la Comunità di San’Egidio e il Centro Astalli. Spiegano gli organizzatori: “Occuperanno in Aula i posti d’onore e, accanto a loro, seguendo gli insegnamenti del Papa, saranno invitate famiglie, anziani e giovani di tutte le parrocchie romane, in particolare coloro che nelle periferie della città vivono situazioni di disagio materiale e spirituale con l’augurio che per loro, come per tutti quelli che parteciperanno, questa serata rappresenti un seme di fiducia e di speranza per il futuro”.

Il Vaticano non è un castello riservato alle élite, turisti, fedeli, o curiali che siano. È la casa di tutti, il centro di una Chiesa sinodale nel governo ma anche nella sua essenza. Già poche settimane fa il Papa aveva aperto le porte dei musei e della cappella Sistina a una visita privata riservata ai senzatetto. E così egli fa il prossimo 14 maggio quando quell’Aula, dove fino a qualche tempo fa avvenivano concerti con posti riservati ai potenti e auto blu parcheggiate direttamente in piazza San Pietro, si apre ai bisognosi che vivono sotto il colonnato del Bernini, i portici di via della Conciliazione, le strade di Borgo Pio. Monsignor Konrad Krajewski, elemosiniere, tutti i giorni porta a queste persone la carità del Papa.

Un’attenzione fatta di soldi offerti per le necessità, di un servizio di barberia ideato sotto il colonnato, con tanto di docce gratuite, di sacchi a pelo donati in occasione del compleanno papale. Ma è anche quando Francesco deve fare dei regali ai pellegrini che i senzatetto divengono i protagonisti: lo scorso marzo 50mila copie del Vangelo sono state distribuite durante un Angelus in piazza san Pietro da 300 clochard, nominati seduta stante “messaggeri” papali.
Francesco va oltre le discussioni che da sempre nella Chiesa si fanno a riguardo dei poveri e della loro necessaria “liberazione “. Per anni la comunità ecclesiale si è divisa fra coloro che tacciavano di ideologia marxista chi si impegnava per i poveri e coloro che, invece, limitavano l’impegno a mere analisi sociologiche.

Bergoglio al contrario dimostra di voler andare oltre i due estremi, schierandosi fattivamente in favore dei poveri, agendo con forza contro il disprezzo della dignità dei “reietti “. Per lui, infatti, i poveri sono il cuore della Chiesa, soggetti creativi da cui, come scrive in Evangelii Gaudium, sempre si può imparare: tutti, scrive, possono raccogliere “la misteriosa sapienza che Dio vuole comunicare attraverso di loro”.

di Paolo Rodari  – repubblica.it

 

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