Abusi Chiesa Usa: Tra il 2004 e il 2014 lo scandalo pedofilia è costato 2 miliardi e 895 milioni di dollari

(vatican insider)

La Chiesa cattolica negli Stati uniti fa i conti sui costi degli abusi e sull’efficacia dei programmi di vigilanza e di prevenzione. E se da un punto di vista economico la situazione certamente è stata molto severa, per quello che riguarda invece la battaglia contro gli abusi il panorama appare certamente molto più incoraggiante. L’80 per cento delle accuse credibili emerse fra il luglio 2013 e il giugno 2014 riguardano casi accaduti oltre 25 anni fa, con una maggioranza di episodi collocabile fra il 1960 e il 1980. Secondo i dati raccolti fra tutte le diocesi ed eparchie Usa (195, solo una non ha risposto) due delle 294 possibili accuse raccolte nel periodo indicato sarebbero avvenute nel 2014. Tutte le altre sono molto più antiche, giungendo sino al 1920. Tutti i nuovi casi sono stati comunicati alle autorità  civili.

La guardia non va abbassata, ha dichiarato però il presidente della Conferenza episcopale statunitense, l’arcivescovo Joseph E. Kurtz, di Louisville. “Anche se la nostra promessa di proteggere e curare fatta nel 2002 rimane forte, non dobbiamo diventare compiacenti per quello che è stato compiuto. E’ mia speranza e preghiera che mentre continuiamo a mantenere la nostra promessa, la Chiesa aiuterà a modellare vie per affrontare e portare alla luce il male e l’oscurità degli abusi ovunque essi esistano”.

Lo scandalo degli abusi è costato alle diocesi e agli ordini religiosi americani 119milioni di dollari fra luglio 2013 e giugno 2014. Il 59 per cento di questi fondi sono stati destinati a pagamenti di danni e alla terapia per le vittime degli abusi (62,9 milioni). Il resto della somma è stato investito in spese legali (28,8 milioni) , l’appoggio ai religiosi accusati (15,4 milioni) e altri costi vari (4,2 milioni).  Tutte queste cifre sono contenute nel documento ufficiale, che ogni anno monitora la situazione, e che si intitola “Report on the Implementation of the Charter for Protection of Children and Young People”, Rapporto sull’applicazione della Carta per la protezione dei bambini e dei giovani.

Il costo totale dell’operazione è più alto, e tocca i 150 milioni di dollari. Infatti, alle spese legate direttamente agli abusi citate più sopra, si devono aggiungere oltre 31 milioni investiti in programmi di allenamento per un “ambiente sano”, controlli dell’attività compiuta in questo campo e altri sforzi di protezione. Il rapporto finale è stato elaborato dal Georgetown University’s Center for Applied Research in the Apostolate (CARA),

Queste cifre portano l’ammontare speso dalla Chiesa americana nel periodo fra il 2004 e il 2014 alla cifra impressionante di 2 miliardi e 895 milioni di dollari per quanto riguarda lo scandalo degli abusi sessuali dei preti. E questa cifra non comprende le spese sostenute in precedenza in conflitti legali composti in via amichevole prima che entrasse il vigore la “Carta di Dallas”, documento base per questo campo di attività.

Durante il periodo considerato, 620 persone si sono presentate per denunciare 657 casi di abusi sessuali inediti. Secondo il rapporto 130 casi avevano una sostanza; 62 non lo erano; 243 erano ancora in fase di investigazione; 210 non potevano essere provati, o negati; e 12 rientravano nella categoria “altri”.

Delle accuse, 37 erano presentate da persone in minore età; 620 da adulti che facevano riferimento al passato. Le 37 accuse presentate da minori sono state riferite alle autorità civili, le quali hanno trovato che sei di esse avevano una base; undici non presentavano sostanza, dodici non potevano essere provate. L’inchiesta è ancora in corso in otto casi. Il 65 per cento  dei sacerdoti diocesani accusati “erano già stati identificati in accuse precedenti”, mentre il 74 per cento “erano morti, già rimossi dal ministero, già laicizzati, o mancanti”.  Il 75 per cento dei denuncianti abusi da parte di preti diocesani accusati, l’87 per cento da parte di religiosi erano maschi, e l’età in cui gli abusi sarebbero avvenuti andava in maggioranza  dai dieci ai quattordici anni. La maggior parte delle accuse riguardava episodi avvenuti fra il 1960 e il 1989, in particolare negli anni ’70.

E proprio oggi il Papa ha nominato amministratore apostolico «sede vacante» della diocesi di Kansas City-Saint Joseph, mons. Joseph Naumann. Naumann reggerà la diocesi dopo la rinuncia, pubblicata ieri dal Vaticano, di monsignor Robert Finn, che era stato condannato negli Usa per reati legati alla pedofilia e in particolare nel 2012 era stato riconosciuto colpevole di aver protetto padre Shawn Ratigan, trovato in possesso di materiale pedopornografico che lui stesso si era procurato, scattando foto a bambini della sua parrocchia.

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