Inviti espliciti e abusi sessuali, a sentire lui, messi in atto da quel prete che da pochissimo tempo lo stava seguendo nel suo percorso religioso. Una denuncia quella di un giovane laico consacrato originario della provincia di Benevento contro un parroco all’epoca in servizio nella provincia di Ferrara ma sotto alla diocesi di Ravenna per la quale la Procura estense ha chiesto l’archiviazione. Secondo gli elementi raccolti dalla Polizia, tra i due c’erano rapporti sessuali liberi, consenzienti e consapevoli già a partire dal loro primo incontro nell’autunno 2012. Per l’accusa nessuna violenza sessuale dunque: determinanti sono state sia le analisi dei tabulati che le dichiarazioni di un amico confidente del ragazzo il quale aveva riferito che con quel don esisteva una relazione, e non un rapporto di costrizione, con tanto di scambio di messaggi non solo via telefono ma anche attraverso una piattaforma internet dedicata.
Le dichiarazioni del ragazzo sono state definite dagli inquirenti lacunose e contraddittorie. La denuncia, inizialmente depositata alla Procura di Ravenna attraverso l’avvocato Nicola Casadio, risale all’ottobre di tre anni fa. Gli episodi sui quali la magistratura era stata invitata a fare luce, erano almeno quattro e tutti collocati a inizio settembre.
Ma al netto di tutte le verifiche della squadra Mobile ferrarese coordinata dal pm Filippo Di Benedetto, non è emerso alcun riscontro di rilievo penale alle accuse del giovane. Per la Procura il suo allontanamento era semplicemente legato ai regolamenti interni che non prevedono permanenze superiori per gli ospiti ai 10-15 giorni e non al disappunto del prete dopo avere appreso della denuncia a suo carico. L’avvocato Casadio ha annunciato opposizione. Mentre da parte sua il prete, tutelato dall’avvocato Roberta Callegari, ha già presentato querela per calunnia.
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