Preti sposati: duplice vocazione al sacerdozio e al matrimonio. Censimento dei preti sposati e contatti per i Vescovi

I preti sposati riuniti nell’associazione “Vocatio” hanno scritto a papa Francesco. La lettera gli è stata inviata nel settembre scorso. (v. articolo di Eletta Cucuzza Adista Notizie n. 11 del 21/03/2015)

L’associazione dei sacerdoti lavoratori sposati rilancia alcune proposte contenute nella lettera ai vescovi della Cei  (Conferenza Episcopale Italiana).

«Pensiamo di aver risposto ad una duplice vocazione, quella del presbiterato e quella del matrimonio», scrivono i firmatari, «convinti» che tra le due non ci sia conflittualità, tanto è vero che «molti di noi, quando è loro consentito, collaborano anche attivamente alla vita ecclesiale locale o diocesana». Se «i pastori devono sentire l’odore delle pecore», aggiungono riprendendo una famosa frase di Francesco, «molti vescovi non sentono più nel loro “gregge” l’“odore” di preti sposati. Molto spesso un vescovo cessa di essere vescovo di quel suo prete che si sposa e così succede che anche la Chiesa locale si dimentichi non solo di quel prete, ma della sua famiglia». Il sacerdote sposato e la moglie «spesso non sanno a chi rivolgersi per ottenere un aiuto concreto in un percorso che faccia chiarezza per entrambi», per scoprire «se il loro sia un vero amore» o «lo sbocco per vivere una sessualità che si avverte inibita o proibita».

Al papa i preti di “Vocatio” chiedono di «suggerire ai vescovi, nel rispetto delle tradizioni e delle “maturazioni locali”, di tenere in ogni diocesi un censimento dei preti che si sposano e di mantenere i contatti con loro in un dialogo fraterno», nonché di «incoraggiare e promuovere un movimento reciproco: preti e donne in crisi possono essere aiutati da famiglie di preti sposati e preti nel ministero possono utilmente confrontarsi con le famiglie del loro confratelli». «Ci sentiamo – è la chiusa della lettera – pietre vive di un edificio che vorremmo continuare a costruire con la stessa generosità ed il medesimo entusiasmo che ci ha spinto ad essere per i fratelli testimoni della Parola e del Pane della Vita».

Una seconda lettera i preti sposati l’hanno inviata, sempre lo scorso settembre, a tutti i vescovi italiani. In essa rilevano: «Ci sembra di cogliere una sostanziale indifferenza delle istituzioni nei confronti dei preti sposati», «lasciati in una sorta di limbo di emarginazione pastorale». Sarebbero invece «opportuni gesti di comunione ecclesiale fra i vescovi e i preti sposati e le loro spose», «incontri per guardarsi negli occhi con l’empatia di fratelli, discepoli dello stesso Maestro». Poiché per annunciare il Vangelo «la messe è molta e gli operai sono pochi», aggiungono riferendosi alla scarsità di vocazioni sacerdotali, «conviene confidare nella forza del seme da gettare a piene mani», «anziché limitare quell’annuncio, pensando alla difesa di leggi umane e storiche». «Per alcuni fra noi – scrivono infine – sono ancora aperte le ferite causate da vari comportamenti della gerarchia, ma altri sono disponibili a collaborare (alla luce del sole) alla crescita del Regno di Dio anche attraverso la sua Chiesa».
presbitero.uxorato

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