Divino amore, dimissioni del rettore: giallo sui nemici di Don Fernando

«Don Fernando? Ha fatto come Papa Ratzinger, in fondo: si è dimesso e va a fare il parroco da un altra parte. Ma statene sicuri: persone come lui non ce ne stanno al mondo».
Il sole è alto, la piazzetta gremita e la chiesa della Madonna del Divino Amore – sulla sommità di una collina nella campagna di Castel di Leva – è inondata dalla luce e dall’affetto dei fedeli. Uno degli addetti dell’accoglienza sa che il misterioso abbandono di Fernando Altieri, benché si percepiscano solo sussurri, benché sia meglio non dire, benché il silenzio «figlioli» sia così prezioso, è sulla bocca di tutti e non si tira indietro: «Non è successo niente. Sono tutte chiacchiere. Non inventate cose. Lui è una persona eccezionale». Le 11.30, ecco la banda, e con la banda l’immagine di Maria. La gente canta: «Madooo-nna/ Madonna del Divino Amore/ Fai una graaa-zia/ A tutte l’ore».

LA FESTA
Non è una domenica qualunque. Non solo perché il mistero di don Altieri aleggia, ma perché è la festa della parrocchia e migliaia di romani sono arrivati quaggiù, nell’estrema periferia sud, per ringraziare la vergine, chiedere nuove grazie e fare nuovi voti. Un sacerdote con l’accento toscano accetta qualche domanda: «Mah – esordisce – i veri motivi non li conosciamo. Ma certe cose si dicevano. Durante la vecchia gestione, quando era parroco don Pasquale Silla, alcune persone discutibili, carpendo la buona fede del confratello, erano riuscite ad avvicinarsi al santuario. Don Altieri ha voluto innovare qualcosa e rompere alcuni equilibri: forse si è fatto qualche nemico».

INTERESSI
I portoni della chiesa sono aperti. Dall’interno arrivano gli Ave Maria e le preghiere del rosario. La stragrande maggioranza dei fedeli non sa nulla delle dimissioni del parroco e neppure immagina le beghe che potrebbero aver sconvolto gli equilibri del Divino Amore. Il santuario, nel corso dei decenni, è cresciuto a dismisura e ora c’è anche un grande centro sportivo. Il quale potrebbe essere stato la pietra dello scandalo. «Viene gestito da una società esterna – dice un fedele – che versa circa cinquantamila euro all’anno alla parrocchia. Ma i gestori, accolta anni fa dalla vecchia amministrazione, ricavano dieci volte tanto dall’affitto dei campi e degli spazi. Don Fernando ha capito che qualcosa non andava e ha avuto qualcosa da ridire».
Una suora indiana, sulla porta della sacrestia, affacciata sulla piazzetta della chiesa, si rabbuia nel sentire domande sull’ex parroco. «Ho letto – ammette – La chiacchiera è grande. Non si doveva esagerare. Forse anche lui poteva fare le cose diversamente. Ma l’essere umano è così». D’accordo. Ma quali cose? E come farle? Un anziano sacerdote oblato – il Santuario è retto dagli Oblati della Madonna del Divino Amore – dice e non dice: «Sono caduto dalle nuvole. Don Fernando è giovane. Quindi la pensa diversamente dai più anziani». Mezze frasi, allusioni, l’ombra di uno scontro generazionale silenzioso ma possente per la gestione di una delle parrocchie più potenti di tutta Roma.

I FEDELI
Un quadro della Vergine, portato a spalla dai parrocchiani, viene posato sul sagrato. Un’anziana carezza il vetro che copre il volto di Maria e si fa il segno della croce. Ai piedi dell’immagine un cuscino di fiori: ”Il sindaco di Roma”. Marino, dopo le dimissioni di Altieri – confermate dal Vicariato – ha annullato la visita al santuario. Alla festa invece arriva l’ex sindaco Gianni Alemanno che stringe tante mani e parla con i fedeli. «Ho sentito – dice – Ma non sappiamo molto. Forse qualche difficoltà di gestione. Speriamo che la Diocesi intervenga: il santuario è così importante per i romani». Una famigliola, lì vicino, cerca la posa giusta accanto alla Madonna. «A Davide! Guarda a papà. Mari’: chiudi la bocca! Ma’: tienime il ragazzino. Che? Il parroco? Le dimissioni? Il mistero? Aho: stiamo qui per la Madonnna: il resto che è!?».

news_2ilmessaggero.it

 

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