Garlasco, messe pubbliche vietate a padre Gregorio

di Adriano Agatti

GARLASCO. Don Gregorio Vitali, il sacerdote allontanato dal santuario della Bozzola a seguito di uno scandalo sessuale, non può celebrare la messa in pubblico. Un provvedimento che sarebbe stato preso dalla diocesi di Vigevano per impedire che intorno alla figura del religioso si crei una curiosità morbosa dei fedeli. Provvedimento previsto dal diritto canonico. Il silenzio e la meditazione, in questi casi, secondo le regole della chiesa sono d’obbligo. Lo ha stabilito la Diocesi senza emettere un formale decreto. Un ordine verbale quindi nei confronti di un sacerdote che formalmente resta il responsabile di un santuario mariano considerato tra i più importanti del nord Italia. Il provvedimento è stato preso dopo i primi esiti dell’inchiesta sull’estorsione di cui don Gregorio è stato vittima con l’arresto dei responsabili. Inchiesta che ha fatto emergere comportamenti sessuali discutibili che hanno messo in cattiva luce anche il santuario. Don Gregorio Vitali può celebrare la messa in forma privata ma non di fronte ai fedeli. La Diocesi avrebbe quindi applicato nel modo meno pesante (senza decreti e senza ordini scritti come invece è successo in casi analoghi) quanto previsto dal diritto canonico. Nel caso del sacerdote garlaschese l’ordine è stato solo verbale ed è stato accettato con obbedienza dal sacerdote.

Intanto l’inchiesta della Curia di Vigevano sui fatti della Bozzola continua. Don Paolo Scevola, promotore di giustizia della Diocesi, ha già sentito numerose persone ma, nei prossimi giorni, sono previsti altri interrogatori. L’obiettivo è di arrivare ad una ricostruzione di quanto successo all’interno del santuario almeno negli ultimi dieci anni. I risultati dell’inchiesta interna della chiesa (impossibile per il momento prevederne la durata) saranno poi trasmessi direttamente in Vaticano negli uffici della Congregazione della dottrina della fede.

E qui sarà deciso il destino di padre Gregorio Vitali che, in ogni caso, molto difficilmente tornerà a celebrare la messa alla Bozzola. La diocesi di Vigevano ha quindi scelto la strada della trasparenza in un’inchiesta per certi aspetti molto imbarazzante. Inchiesta che non riguarda solamente l’aspetto sessuale ma anche quello economico. Compito del promotore di giustizia sarà anche quello di chiarire il percorso preciso del fiume di denaro che, ogni anno, affluiva nelle casse del santuario.

laprovinciapavese.it

prete

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