Il Cai: «No al traffico motorizzato su sentieri, mulattiere e boschi»

Alcune Regioni, con l’intento dichiarato di approvare misure per la tutela delle rete escursionistca, hanno approvato o stanno per approvare leggi che contengono norme e provvedimenti che invece aprono ad un uso inappropriato della sentieristica. Il Club alpino italiano (Cai) da sempre impegnato nella salvaguardia dell’ambiente montano, anche attraverso una frequentazione sostenibile che non procuri, o limiti al massimo, i danni delle attività antropiche all’ecosistema, sottolinea che «Il traffico motorizzato sui sentieri produce un alto impatto ambientale sulla fauna, sulla flora e sul fondo dei di mulattiere e sentieri che i volontari Cai mantengono faticosamente e senza oneri pubblici (60.000 km di sentieri). Moto e quad rappresentano inoltre un pericolo per gli escursionisti ponendo un problema di sicurezza: chi si muove a piedi si trova ad essere l’utente debole anche sui sentieri. Tutto ciò si trasforma in un disincentivo alla frequentazione non motorizzata della montagna e, quindi, un ostacolo allo sviluppo, alla valorizzazione e alla tutela del territorio montano, oltre al danno ambientale».

 A preoccupare sono le leggi recentemente approvate in Lombardia ed Emilia Romagna che potrebbero essere prese ad esempio anche da altre Regioni. Il Cai ricorda che «Nel caso dell’Emilia-Romagna il 26 luglio 2013 la Regione ha approvato la legge regionale n° 14 “Rete escursionistica dell’Emilia-Romagna e valorizzazione delle attività escursionistiche”, che fornisce una definizione di escursionismo che non pone alcuna limitazione concettuale al fatto che esso venga praticato con l’utilizzo di mezzi motorizzati e prevede la possibilità di percorrere i sentieri anche con mezzi a motore, in evidente contrasto con la finalizzazione dei percorsi escursionistici, affermata dalla legge, alla “promozione delle aree naturali … e allo sviluppo sostenibile”». Per quanto riguarda la Lombardia, che ha una superfice montana di 1.032.322 ettari , il l 9 luglio il Consiglio Regionale ha approvato il contestatissimo Progetto di Legge 124 che consente ai Sindaci dei Comuni lombardi di autorizzare lo svolgimento di manifestazioni che prevedono l’utilizzo di mezzi a motore su sentieri, mulattiere e boschi. Una petizione del Cai Lombardia che ha raccolto oltre 42.000 firme chiedeva ai consiglieri regionali di non votare il Progetto di Legge 124 ma, dicono al Cai, «Dopo un primo congelamento della proposta che ne rimandava l’esame a dopo le elezioni, lo stesso è stato poi approvato. Tra gli esiti collaterali di questo progetto di legge vi è quello di mettere a serio rischio i boschi di pianura, già assediati e continuamente erosi dalle continue costruzioni». Il Club alpino italiano evidenzia che i due casi dell’Emilia Romagna e della Lombardia sono esemplificativi di un problema nazionale, che riguarda anche l’uso delle motoslitte nel periodo invernale. «È evidente l’incompatibilità fra escursionismo e motociclismo su terreno comune, che appare un paradosso anche rispetto ai progetti per la promozione e per lo sviluppo del turismo dolce, che richiedono investimenti modesti ma sono realizzabili solo con scelte precise e coerenti – dice l’associazione – Il nostro paese è percorso da una rete di itinerari di lunga percorrenza di grande valore naturalistico, storico e devozionale, che si appoggia in massima parte sulla rete sentieristica. Le numerose presenze di viaggiatori a piedi, provenienti spesso da altri paesi europei ed extraeuropei, su questi itinerari, dove vengono attivate iniziative imprenditoriali agro-turistiche anche da parte di giovani con possibili futuri sviluppi per l’economia montana, sarebbe fortemente disincentivata dalla convivenza con motociclette e quad». Per questo il Cai ribadisce il suo «No al traffico motorizzato indiscriminato sui sentieri di montagna. Tale aberrazione concettuale e giuridica non sarebbe possibile se il quadro normativo nazionale, a cominciare dal Codice della Strada, fornisse una definizione precisa di sentieri e mulattiere, finalizzandoli esclusivamente a transiti non motorizzati. Il CAI sostiene e supporta, ampliandone l’eco, le iniziative dei Gruppi regionali e le proteste degli escursionisti a difesa della rete sentieristica dalla inusitata apertura ai mezzi motorizzati».

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