Il Cile e la piaga della pedofilia: il prete Fernando Karadima e suor Paola

A soli tre giorni da quando il presidente Sebastian Pinera ha annunciato una diecina di misure per far fronte alla crescente piaga della pedofilia, che sempre più allarma la conservatrice società cilena, la procura della Repubblica ha ora avviato le indagini per presunti abusi sessuali nei confronti degli alunni di 59 scuole di Santiago di cui 49 nei quartieri più altolocati.

«I genitori sono preoccupati, disperati e angosciati» ha ammesso il procuratore generale Sabas Chauan, dopo una riunione con l’associazione nazionale che li rappresenta. Più netto l’antropologo Osvaldo Torres, sul quotidiano on line El Mostrador: «Che un capo di Stato debba parlare al Paese su questo tema, simbolizza la gravità e la diffusione di questo tipo di reati, la debolezza delle politiche in merito e il ritardo legislativo nella difesa dei diritti dei bambini».

A spingere prima Pinera e poi Chaun è stato innanzitutto l’aumento delle denunce di pedofilia: il 22% a livello nazionale nell’ultimo semestre per ragazzi sotto i 14 anni, secondo la procura. Ma anche l’indignazione perché non pochi colpevoli o presunti tali finiscono per restare impuniti.

Negli ultimi giorni, nei rioni in di Santiago , ci sono stati i casi di tre bambini delle elementari e quattro di asili d’infanzia. Tutti gli accusati sono maestre o assistenti sociali. Anche se a far più spicco mediatico nella piaga della pedofilia sono stati esponenti della Chiesa cattolica.

Come l’influente sacerdote Fernando Karadima (per il quale l’Arcivescovado ha chiesto formalmente scusa, pur se il processo è ancora in corso) o suor Paola, ex superiora di un prestigioso collegio di Santiago, deceduta venerdì scorso per un tumore.

Per tentare di arginare la situazione, Pinera ha annunciato, tra l’altro, la creazione di un Ombudsman del bambino, un Registro dei pedofili, l’assegnazione di 1,6 milioni di dollari al servizio medico legale e l’aumento delle pene per i condannati.

«Pur se positive sono insufficienti» ha assicura Torres. Gli organismi che si occupano dell’infanzia hanno specificato che Pinera ha praticamente ignorato la loro quotidiana esperienza in merito.

I loro specialisti sottolineano però che la società cilena, proprio per questi casi, si sta squassando di dosso la sua proverbiale introversione, come evidenzia il continuo aumento delle denunce. «È indispensabile che il governo presenti in parlamento un progetto di legge per la protezione di diritti dei bambini» avverte Torres. Quella in vigore risale al 1929, riciclata nel 1968. Il che la dice lunga sul cammino politico del Paese

di Oscar Piovesan – il secoloXIX

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