Il nuovo capo del governo presenta il programma

di Federico Garimberti

ROMA – Mario Monti fa il pieno di voti, ben 281 su 315, nella la prima fiducia in Senato. Ma soprattutto ottiene una larga maggioranza su un programma ambizioso e articolato in cui, pur senza entrare nei dettagli delle misure, prefigura interventi su temi delicati come Ici, pensioni, lavoro. Ma, Lega a parte, ottiene il sostegno di tutti i principali partiti. Nel farlo respinge al mittente l'accusa di essere a capo di un governo dei poteri forti, compiacente con l'asse franco-tedesco, sostenendo che il suo curriculum da commissario Ue all'Antitrust è lì a dimostrare che ha dato parecchi dispiaceri a Parigi, Berlino e multinazionali. E ciò proprio nel giorno in cui, in videoconferenza, ottiene il pieno sostegno di Angela Merkel e Nicolas Sarkozy.

Certo, non mancano i distinguo: Pdl e Idv ammoniscono che vigileranno sulle misure che saranno proposte. Ma di fatto, l'ex commissario esce da palazzo Madama con una maggioranza amplissima. E ciò nonostante nel suo lungo discorso, un vero e proprio manifesto programmatico, non siano mancati accenni a misure che rischiano di scontentare sia il centrodestra che il centrosinistra. Pur essendo un tecnico, il Professore conosce bene l'arte diplomatica e lo dimostra dicendosi "ossequioso" verso il primato della politica. Parla della necessità di "riscattare il Paese" e chiede ai partiti senso di responsabilità perché se non si troverà "unità di intenti" saranno i più deboli a pagare le conseguenze della crisi.

Il professore della Bocconi, ai senatori, sottolinea che il suo sarà un "governo di impegno nazionale" e chiede che si superi la fase di un dibattito politico "molto acceso". Parla di tre pilastri per la sua azione di governo: rigore di bilancio, crescita ed equità. E riassume così quello che è già il leit motiv: "I sacrifici necessari per ridurre il debito e per far ripartire la crescita dovranno essere equi". Insiste particolarmente sullo sviluppo perché, sottolinea, la bassa crescita ha vanificato gli sforzi di risanamento degli ultimi vent'anni. Segue un lungo elenco dei campi in cui intende intervenire, alcuni dei quali in continuità con l'azione del precedente esecutivo: dal pareggio di bilancio in Costituzione, all'attuazione delle manovre estive (su una aggiuntiva deciderà nei prossimi giorni); dalla celere approvazione della delega fiscale, ai tagli dei costi della politica.

Ma le novità più importanti arriveranno dalla lotta all'evasione (in cui deve contare la ricchezza complessiva, non il reddito) grazie alla quale potranno arrivare le risorse per far scendere le aliquote; dalla casa (con il possibile ritorno dell'Ici); dall'ipotesi di un prelievo sulla "ricchezza immobiliare" (che suona come una patrimoniale); dal mercato del lavoro in cui vige un sistema "duale" che deve essere superato; ed infine dal sistema pensionistico italiano (in cui ci sono "ampie disparità tra diverse generazioni e categorie di lavoratori"). Insomma un pacchetto corposo che per tanti versi preoccupa i due schieramenti: il Pdl che non vuole né Ici, né patrimoniale; il Pd che teme i contraccolpi di riforme radicali del mercato del lavoro e delle pensioni. Ma durante i loro interventi (e nonostante le parole di Berlusconi contro la patrimoniale e sul potere di staccare la spina al governo quando vorrà) nessun partito lancia affondi. Ad eccezione della Lega che, per bocca di Federico Bricolo, conferma il suo 'no' e attacca il governo delle lobby.

Monti ascolta tutti e prende copiosamente appunti. E nella sua replica ci tiene a tranquillizzare i senatori sui presunti "complotti" dei poteri forti, delle multinazionali e delle potenze europee. Nel farlo richiama la sua esperienza europea come prova del fatto che non è stato "servitore di nessuno", come dimostra la multa inflitta a Microsoft. Monti ottiene la fiducia e forte dei tanti voti, oltre che del nuovo sostegno di Giorgio Napolitano (che si sente gratificato dai commenti positivi sul governo) si appresta ad affrontare il voto di Montecitorio. Poi, forse, un Cdm per definire la struttura del governo. Mentre per viceministri e sottosegretari ( probabilmente tutti tecnici) bisognerà attendere l'inizio della prossima settimana.

SCHIFANI A MONTI: BUON LAVORO NELL'INTERESSE DEL PAESE

– "Mi permetto di augurarle buon lavoro nell'interesse del Paese". Così il presidente del Senato, Renato Schifani, rivolto a Mario Monti, ha chiuso i lavori dell'aula dopo aver proclamato il risultato della fiducia al nuovo governo.

GOVERNO MONTI IL PIU' VOTATO A SENATO IN STORIA REPUBBLICA – Con i suoi 281 sì (e 25 no), il governo Monti è quello che al Senato ha avuto più voti al suo insediamento nella storia della Repubblica. In precedenza, solo l'Andreotti IV aveva raggiunto i 267 sì (con soli 5 no), ma quell'esecutivo fu votato da entrambe le Camere il 16 marzo del 1978, lo stesso giorno del rapimento di Aldo Moro. Si trattava allora del momento dell'emergenza per il terrorismo e il Pci votò la fiducia insieme alla Dc, in uno spirito di solidarietà nazionale. Oggi, nei giorni in cui l'emergenza è economica, l'esecutivo Monti ottiene un consenso ancora più ampio. Nel '95 si fermo' a 191 sì il governo Dini. Che resta il terzo esecutivo per numero di voti a Palazzo Madama, avendo battuto per un solo sì altri due governi. Il Rumor IV ottenne infatti la fiducia il 18 luglio del 1973 con 190 sì contro 120 no e il Moro IV ebbe al Senato il 5 dicembre 1974 190 voti favorevoli e 113 no.

PROSSIMO CDM FORSE GIA' DOMANI – Come confermato dal ministro Paola Severino, è emersa la possibilità di un Cdm già domani, al termine del voto alla Camera. Anche se, spiegano fonti ministeriali, tutto dipenderà dalla tempistica e non è detto che si possa fare. Le stesse fonti riferiscono che l'ipotesi sarebbe quella di varare un provvedimento per definire la struttura del governo, vista la decisione di accorpare alcuni dicasteri. In ogni caso, la riunione non dovrebbe affrontare il nodo dei sottosegretari e dei viceministri. Che sarebbe invece discussa nel Cdm previsto a inizio della prossima settimana.

DOMANI POSSIBILE SALUTO DI MONTI AL PAPA A FIUMICINO – Conferme ufficiali non ce ne sono ma è possibile che il presidente del Consiglio Mario Monti si rechi domani a Fiumicino per un saluto a Papa Benedetto XVI che venerdì partirà per il Benin. E' quanto si apprende in ambienti governativi.

IMPRESE: BENE MONTI, OK SU FISCO E LAVORO

– "Accogliamo con soddisfazione le linee programmatiche esposte oggi dal Presidente Monti. Riteniamo importanti gli impegni assunti in materia di riequilibrio della pressione fiscale con la finalità di ridurne il peso su imprese e lavoratori". Così le imprese in una nota di Confindustria, Abi, Rete Imprese, Ania, Alleanza Coop.

 


IL DISCORSO PROGRAMMATICO DI MONTI AL SENATO

CASTELLI: DISCORSO MONTI RAFFORZA NO LEGA – "Dopo aver conosciuto i nomi dei ministri e il discorso del presidente del Consiglio il convincimento a votare no alla fiducia al governo è ulteriormente rafforzato": lo ha detto nell'Aula del Senato Roberto Castelli della Lega.

BERLUSCONI: ESCLUSO NOSTRO APPOGGIO A PATRIMONIALE – "Con il professore Monti ho escluso la possibilità di un nostro appoggio alla patrimoniale; credo che non sia quello che ci vuole perché abbatterebbe il valore degli immobili del 15% e anche oltre perché svilupperebbe un fatto psicologico negativo. Ci vogliono misure per lo sviluppo". Lo afferma l'ex premier Silvio Berlusconi.

PASSERA: CAMBIERA' TUTTO CIO' CHE SERVE, CREARE LAVORO  – Passaggio di consegne al Ministero dello Sviluppo Economico tra l'ex ministro Paolo Romani e il neo titolare Corrado Passera. "Ora si inizia a lavorare", ha detto Passera, aggiungendo che "l'impegno più immediato è capire. Ovviamente cambierà tutto ciò che serve per creare sviluppo sostenibile e creare posti di lavoro nel nostro Paese".

FORNERO: RISANAMENTO, CRESCITA E COESIONE – Risanamento, crescita e coesione sociale: saranno queste le "parole "chiave" del Governo – secondo quanto annunciato dal ministro del Welfare, Elsa Fornero intervistata stamani da 'Radio anch'iò. Risanamento e crescita – ha detto dovranno essere accompagnate da coesione sociale e equità.
"Devono valere, come ha detto il presidente del Consiglio, – ha precisato Fornero – tre parole chiave, risanamento, necessario e urgente perché senza quello non ci si salva, crescita, coesione sociale e equità. Questo ispirerà l'azione di Governo e anche la mia".

GASPARRI: INTERVENTO MONTI CONSENTE VOTO FAVOREVOLE – "L'intervento del presidente del Consiglio ci consente di dare un voto favorevole. Ho colto, per quanto riguarda il mercato del lavoro, una coerenza con le azioni intraprese dal nostro governo così come i riferimenti alla lettera europea". Così il capogruppo del Pdl alla Camera Maurizio Gasparri, dopo l'intervento di Mario Monti. Commentando con i cronisti in Transatlantico l'intervento del premier Mario Monti Gasparri ci tiene a precisare che "interventi diversi saranno valutati nel dettaglio quando ne verremo a conoscenza". A chi gli chiede se al momento delle votazioni possano esserci dei distinguo, il capogruppo del Pdl risponde: "Non credo, abbiamo fatto anche una riunione del gruppo e ci sono stati diversi interventi ma nessuno in dissenso da quella che è la linea del gruppo".

SACCONI: DICHIARAZIONI CONDIVISIBILI SU LAVORO – Le comunicazioni al Parlamento del presidente del Consiglio Mario Monti "sono condivisibili per quanto riguarda le politiche del lavoro e si collocano in assoluta continuità con quanto il governo Berlusconi ha realizzato o avviato a realizzazione per un mercato del lavoro più efficiente ed inclusivo". Lo ha detto l'ex ministro del Welfare, Maurizio Sacconi. "E' apprezzabile in particolare – afferma in una nota – la volontà di conciliare la flessibilità organizzativa delle imprese con la sicurezza dei lavoratori favorendo la maggiore occupazione attraverso una regolazione più europea della risoluzione del rapporto del lavoro e più intense attività di ricollocamento dei disoccupati a cura delle regioni. Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali il governo potrà avvalersi della delega ricevuta dal Parlamento dal precedente governo. Condivisibile è infine la sottolineatura del maggiore impiego di giovani e donne, obiettivo per il quale sono state varate la riforma dell'apprendistato – che deve essere ora attuata – e l'introduzione dei contratti agevolati di inserimento per donne disoccupate da oltre sei mesi. Il Pdl – conclude – saprà essere parte attiva per la definizione delle misure utili a raggiungere gli obiettivi indicati".

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