I fatti si sono svolti nella città di St. Louis (Missouri) e hanno come protagoniste una scrittrice ed ex direttrice di una casa editrice cattolica Elsie Hainz McGrath, 69 anni, e Rose Marie Dunn Hudson, 67 anni, ex insegnante. A celebrare l’ordinazione, l’11 novembre, la donna vescovo Patricia Fresen, per molti anni suora domenicana, che ad agosto le aveva consacrate diaconesse.
L’"incidente diplomatico" si è consumato quando la rabbina Susan Talve della Central Reform Congregation, nota per il suo impegno sociale e per la sua visione inclusivista della religione, ha scritto a p. Vincent Heier, direttore dell’ufficio diocesano per le questioni ecumeniche e interreligiose, comunicando la sua decisione di concedere l’uso della sua sinagoga per celebrare l’ordinazione. La risposta è stata perentoria: "Non è opportuno invitare, aiutare e favorire un gruppo come questo, che minaccia la nostra teologia e il nostro magistero". La rabbina ha replicato affermando di essere stata contattata per tempo dalle due candidate. "E come ha detto Isaia, ‘noi siamo una casa di preghiera per tutti i popoli’". La congregazione ebraica è stata unanime nel sostenere la decisione della rabbina Talve; una scelta che non poteva non attirarsi gli strali della gerarchia cattolica; l’arcivescovo mons. Raymond Burke ha fatto sapere che le due candidate – e chiunque le avesse appoggiate – sarebbero automaticamente incorse nella scomunica, spiegando sul giornale dell’arcidiocesi (9/11) che "la presunta ordinazione rappresenta una violazione di ciò che vi è di più sacro per noi nella Chiesa, uno dei sacramenti". "Essa mette a repentaglio l’eterna salvezza delle donne che ambiscono alla presunta ordinazione e della donna che pretende di essere vescovo cattolico, che propone di celebrare l’ordinazione. Genera confusione tra i fedeli e i non cattolici sull’infallibilità del magistero della Chiesa". Egli ha poi sollecitato la rabbina a ritirare la propria offerta, poiché questo atto avrebbe "causato dolore alla Chiesa". Quest’ultima, tuttavia, ha replicato che ciò le sarebbe molto dispiaciuto, ma che negare l’accoglienza a queste donne avrebbe ferito altre persone: "Ho ricevuto decine di lettere, montagne di e-mail e numerose chiamate telefoniche, specialmente di religiose, che appoggiano la nostra scelta di ospitare l’ordinazione e comprendono i valori che ci guidano. È triste per me che nella comunità cattolica vi siano persone che si sentono offese".
Secondo quanto riporta il settimanale National Catholic Reporter (9/11; ma del caso si sono occupati anche il New York Times e altri media) la posizione della Talve non è condivisa, però, da buona parte del mondo ebraico, timoroso di dover assistere ad una brusca interruzione delle relazioni con la Chiesa cattolica. Per il rabbino Mark Fasman, presidente della St. Louis Rabbinical Association, è inopportuno che una sinagoga ospiti un evento che nessuna parrocchia cattolica approverebbe; il Jewish Community Relations Council ha rilasciato una dichiarazione con la quale prende le distanze dall’iniziativa della Talve, sottolineando il carattere autonomo delle singole congregazioni ebraiche. "È nostra speranza – si legge in un comunicato – che ad un atto isolato da parte di una singola congregazione non sia consentito rompere la lunga tradizione di dialogo e di reciproco rispetto tra le nostre comunità ebraiche e cattoliche".
Per Ronald Modras, docente di studi teologici all’Università di St. Louis, il caso rappresenta invece "una notevole dimostrazione di sorellanza": "Ci sono donne di due fedi, cattolica ed ebraica, che lottano insieme contro l’esclusione patriarcale". Cosa che, ovviamente, non è accettata dalla gerarchia cattolica che, oltre a rifiutare il sacerdozio femminile, non considera valida la linea episcopale di successione apostolica che il Central Reform Congregation vanta. "Non si tratta di una funzione o cerimonia o liturgia cattolica – ha detto Lawrence J. Welch, docente di teologia sistematica e portavoce dell’arcidiocesi – perché chi la organizza non è in unità con la Chiesa".
Entrambe le candidate sono dotate di credenziali di tutto rispetto: la Hudson è ministra pastorale laica dal 1998, ha un master alla Loyola University, ed è stata la prima presidente donna di un consiglio parrocchiale. Anche la McGrath ha un master in teologia ed è stata direttrice della casa editrice cattolica Liguori, oltre ad aver lavorato nella commissione famiglia dell’arcidiocesi.
Le due donne celebreranno messa il sabato: "Se la gente vuole andare a messa anche nella propria parrocchia, lo potrà fare la domenica", hanno spiegato, aggiungendo: "La nostra comunità non la definiamo una parrocchia cattolica. Non vogliamo provocare uno scisma. Ma non nascondiamo il fatto che siamo preti cattolici". (ludovica eugenio)
fonte: ADISTA notizie n. 81 2007