Credo sia giunta l’ora di passare dalle parole ai fatti, dalle dichiarazioni propagandistiche al cambiamento normativo. È ora di dare scacco matto al celibato obbligatorio e dichiarare il celibato opzionale. Altrimenti, quanti sono scettici rispetto all’intenzione di Francesco di riformare la Chiesa avranno un argomento in più per continuare ad esserlo.
Conviene ricordare che nel cristianesimo, almeno nel cristianesimo di Gesù di Nazareth, l’incompatibilità non è fra amore di Dio e sessualità, fra amore divino e amore umano. In assoluto. L’opposizione è fra l’amore verso Dio e l’amore verso il denaro, in accordo con la massima evangelica «Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza» (Mt 6,24). Se si ama il denaro, Dio è di troppo.
Bisognerebbe leggere Eduardo Galeano [giornalista, scrittore e saggista uruguayano] per de-demonizzare il corpo, perderne la paura e riconoscerlo nella sua vera dimensione piacevole e festiva: «La Chiesa dice: il corpo è una colpa. La scienza dice: il corpo è una macchina. La pubblicità dice: il corpo è un affare. Il corpo dice: io sono una festa». È una riflessione in più per opporsi a norme che impongono comportamenti repressivi che rendono (più) infelici le persone.
Le tesi sono state pubblicate in adista (segni Nuovi n 28 del 26 Luglio 2014)