Quel filo rosso tra contro-Sinodo amazzonico e Araldi del Vangelo. L’associazione ispirata a Plinio Correa oggi commissariata

Città del Vaticano, 28 set. (askanews) – C’è un filo rosso che lega gli Araldi del Vangelo, l’associazione internazionale commissariata oggi dalla Santa Sede, e i nemici del sinodo sull’Amazzonia che si apre domenica prossima (6-27 ottobre), ed è il loro comune padre fondatore, il cattolico reazionario brasiliano Plinio Correa de Oliveira (1908-1995).

Filosofo, giornalista e politico, visceralmente ostile al Concilio vaticano II (“un momento della storia triste come la morte di Gesù”, lo definì), a lungo in contatto con monsignor Marcel Lefebvre, Plinio Correa de Oliveira nel 1960 fondò la Società Brasiliana di Difesa della Tradizione Famiglia e Proprietà (o, più sinteticamente, Tfp) per difendere appunto gli ideali della tradizione, della famiglia e della proprietà da ogni forma di socialismo e comunismo nella società e nella Chiesa. Il suo dissenso dalla conferenza episcopale brasiliana, negli anni della teologia della liberazione, era totale, e l’episcopato ricambiava, arrivando a redarguire pubblicamente il suo movimento.

Alla sua morte, monsignor Joao Scognamiglio Cla Dias fondò un’associazione distinta, gli Araldi del Vangelo, che nel 2001 arrivò ad essere riconosciuta dalla Santa Sede, sponsorizzata in particolare dall’allora cardinale prefetto della congregazione per i Religiosi Franc Rodè. Sono riconoscibili, ricorda una nota vaticana, “per il loro abito marrone e bianco, con una grande croce sul petto, simile a quello dei cavalieri medioevali”. Nel 2017 – lo rivelò un articolo di Vatican insider – il presule si dimise: la stessa congregazione vaticana aveva avviato una indagine sui culti millenaristici e gli esorcismi invalsi al suo interno. Alcuni video, finiti su internet, mostravano tra l’altro monsignor Cla Dias che il diavolo aveva detto agli Araldi che Papa Francesco era il “mio uomo” e che secondo Satana il Pontefice è “stupido”. Quella indagine – relativa, si legge nella nota vaticana, a “carenze riguardanti lo stile di governo, la vita dei membri del Consiglio, la pastorale vocazionale, la formazione delle nuove vocazioni, l’amministrazione, la gestione delle opere e il reperimento delle risorse” – è giunta ora a conclusione con il commissariamento dell’associazione e la nomina del cardinale Raymundo Damasceno Assis, arcivescovo emerito di Aparecida, quale commissario.

La Tradizione Famiglia e Proprietà, nel frattempo, proseguì le sue attività, dopo la morte del fondatore. Con posizioni ultraconservatrici e simpatie trumpiane, oggi è in prima linea nella critica, a tratti virulenta, al prossimo Sinodo sull’Amazzonia, inviso peraltro ad uno schieramento che va dall’amministrazione di Jair Bolsonaro in Brasile alla destra curiale. Sono la Tfp, insieme al Plinio Correa de Oliveira Institute (Ipco), ad avere organizzato il più astioso sito internet sul Sinodo panamazzonico, quel “Pan-Amazon Synod Watch” che registra ogni contestazione all’iniziativa voluta dal Papa. Il direttore dell’ufficio romano, Juan Miguel Montes, ha rilasciato di recente un’intervista al giornale La Verità intitolata “Il sinodo amazzonico sminuisce il Vangelo”. E sabato prossimo, vigilia dell’apertura del Sinodo, l’Istituto Plinio Corrêa de Oliveira organizza un convegno internazionale a Roma intitolato “Amazzonia: la posta in gioco”. Tra gli argomenti, per dire, Roberto de Mattei, presidente della Fondazione Lepanto, svolgerà una riflessione così intitolata: “I documenti preparatori del Sinodo aprono la strada a un rapporto panteista uomo-natura ed a una religione neopagana”.

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