Trame in Vaticano all’ombra del #terremoto

Caro direttore, hai ragione sull’opportuno silenzio per la tragedia del terremoto nei giorni delle esequie. Funerali di Stato nel rispetto dei troppi morti a cui anche il Presidente Mattarella ha dato l’estremo saluto. Si registrano invece schermaglie fuori luogo perfino in Vaticano tra i prelati più vicini a Bergoglio. Il vescovo di Ascoli, Giovanni D’Ercole, ausiliario a L’Aquila nei giorni del sisma del 2009 che ieri ha tenuto la solenne omelia, si sarebbe lamentato con i collaboratori più vicini al Papa per non aver ricevuto, a differenza del vescovo di Rieti Domenico Pompili, pastore del territorio più martoriato, messaggi e telefonate di vicinanza per la sua diocesi marchigiana. Parrebbe l’inizio inopportuno di una velata polemica contro quello che viene soprannominato il «cerchio gaucho» di Bergoglio, il quale sta pensando ad un blitz nei luoghi disastrati. Una lotta sotterranea che va avanti da molti mesi e caratterizzata da veleni con decisioni improvvise e spostamenti clamorosi. A farne le spese sarà addirittura il Segretario di Stato Pietro Parolin, che si sta preparando a lasciare l’incarico. Sui motivi, i rumors più disparati, dalle condizioni di salute ai differenti punti di vista nei rapporti con la Cina, in pratica uno scontro frontale con il cardinale emerito di Hong Kong, Joseph Zen, che ha addirittura emesso un proclama in cui annuncia che in caso di accordo tra Vaticano e Governo cinese, voluto fortemente da Parolin, i fedeli possono disattendere la scelta del Papa. Quasi uno scisma. Oppure il Segretario paga anche i contrasti con il Papa sul doloroso versante della sanità. Ai tempi di Ratzinger il governo Berlusconi portò oltre 300 milioni di fondi nelle casse dell’ospedale Bambin Gesù, mentre Parolin non è riuscito a strappare nemmeno un euro a Renzi. Francesco inoltre considera ormai una scelta sbagliata quella di Mariella Enoc, grande protetta di Parolin e del banchiere milanese per tutte le stagioni, Giuseppe Guzzetti, messa a capo del Bambin Gesù anche lei prossima all’uscita, si dice per aver gestito male non solo l’ospedale pediatrico, ma anche l’Idi, un’eccellenza in dermatologia, passata da poco sotto le cure del Vaticano. La Enoc avrebbe inoltre suggerito in un delicato ufficio amministrativo la nipote di un indagato, mettendo in allerta il sindacato interno. Tutto ciò ha creato un pressante disagio per Parolin, sotto attacco pure da quello che viene definito il «clan dei Focolarini» guidato da due potenti prelati, il cardinale Fernando Filoni e l’arcivescovo Angelo Becciu. Non è un caso se entrambi soffiano sul fuoco sotto la tonaca di Parolin per diventare essi stessi Segretari di Stato, gara a cui parteciperà probabilmente anche Nunzio Galantino, attuale segretario della Cei. Parolin, però ha comunque un piano B e punta a succedere al pensionando Angelo Scola come arcivescovo di Milano, sulle orme di Paolo VI per poi puntare, con l’aiuto della Santa Provvidenza, ad un ritorno trionfale a San Pietro. Ma forse si illude perché Bergoglio, per l’anno prossimo, più che a Parolin pensa di mandare sotto la Madonnina Pierbattista Pizzaballa, dei frati minori, da poco amministratore apostolico a Gerusalemme, sempre che al «cerchio gaucho» questa designazione da qui ad un anno piaccia ancora.

Luigi Bisignani

iltempo.it

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