Preti sposati in Vaticano pubblicato libro del prefetto dei Vescovi per dire no

L’analisi del cardinale Marc Ouellet pubblicata dalla Libreria Editrice Vaticana.

Per il Movimento dei sacerdoti lavoratori sposati, che commenta la notizia pubblicata sul sito web “farodiroma.it” (riportata in basso) il celibato obbligatorio per i preti è collegato in parte come causa scatenante alla pedofilia dei preti (ndr)

 

“Il prezzo pagato dalla Chiesa Cattolica per l’esplosione dello scandalo della pedofilia tra i membri del clero va ben oltre tutto quello che si sarebbe potuto prima immaginare. Non solo in termini finanziari – comunque di portata astronomica – ma in particolare per la caduta vertiginosa di credibilità dovuta alle rivelazioni dell’ampiezza e della durata dei misfatti commessi da un certo numero di preti su vittime innocenti.

È abbastanza condivisa l’opinione che una tappa decisiva nel raddrizzamento della situazione è stata percorsa. È stata intrapresa una lotta decisiva ad ogni livello, sostenuta dalla determinazione senza incrinature dei Pontefici Benedetto XVI e Francesco che comporta poco a poco un cambiamento di mentalità e di disciplina; d’altra parte, il coraggio, l’umiltà e il senso della giustizia manifestati da quelli che hanno dovuto affrontare direttamente questa crisi, in particolare negli Stati Uniti, trovano già una ricompensa in un certo recupero e in un rilancio delle vocazioni sacerdotali.

Ma ad ogni nuovo caso di un ministro della Chiesa denunciato per abuso di minore, sono in tanti quelli che chiedono la revisione della norma sul celibato sacerdotale. Perché lo si ritiene tra le cause scatenanti la patologia.

In realtà del celibato dei preti se ne discute da molti anni; i pontefici degli ultimi cinquant’anni sono stati tutti chiamati a pronunciarsi sull’argomento. Segno che la questione tocca ambiti e problematiche molto più ampie del solo scandalo pedofilia nella Chiesa. L’ultima occasione di confronto è stato il convegno internazionale organizzato dalla Università Gregoriana lo scorso 4-6 febbraio, dal tema: “Il celibato sacerdotale, un cammino di libertà”.

Arriva ora in libreria – per poter quindi continuare a riflettere – da parte della Libreria Editrice Vaticana, il testo della relazione che in quella occasione pronunciò il prefetto della Congregazione per i Vescovi, il cardinale Marc Ouellet, Celibato e legame nuziale di Cristo alla Chiesa (pagg. 64, € 4,00).

Va detto che il celibato del sacerdote è non solo sospettato d’ipocrisia e ridicolizzato, ma a volte persino disprezzato e denunciato come un vergognoso travestimento. Del resto in un mondo in cui prevalgono l’edonismo e il supermercato del sesso, la testimonianza dei preti celibi, come anche delle persone consacrate in generale, appare forse come un valore d’altri tempi, ma che oggi non ha più successo.

All’interno stesso della Chiesa, nonostante le ripetute affermazioni del valore del celibato sacerdotale, si manifestano pressioni crescenti perché ne sia abolito l’obbligo dal momento che urge dare risposta alle esigenze pastorali delle comunità. Molte sono private della celebrazione eucaristica a causa della mancanza di preti. D’altra parte, in certi ambienti, permane un risentimento nei confronti del Magistero della Chiesa che ha deciso di riservare definitivamente il ministero sacerdotale agli uomini. Di qui una resistenza passiva alla promozione delle vocazioni sacerdotali che assomiglia a una protesta più o meno silenziosa. Il clima generale di comunione favorevole al fiorire delle vocazioni ne risulta profondamente colpito e rimane preoccupante la minaccia di scivolare verso modelli ecclesiologici non cattolici.

Un insieme di fattori convergenti d’ordine storico, culturale, pastorale ed ecumenico costringe dunque ai nostri giorni la Chiesa a una rinnovata riflessione su come sia importante e appropriato conservare per il futuro l’obbligo del celibato per i preti. “Sacrificheremo delle comunità con carenza di preti – si chiede il card. Ouellet – per salvaguardare una disciplina ecclesiastica degna di rispetto, ma il cui valore non è essenziale al sacerdozio? La coscienza odierna della Chiesa d’esser fondata sull’Eucaristia non pone legittimamente la domanda di favorire l’accesso a quest’ultima piuttosto che tener ferma una legge sempre più contestata e difficile da applicare? Una possibilità di scelta non offrirebbe una soluzione alla scarsità di vocazioni? Nel punto in cui ci troviamo in un mondo di comunicazione rapida e globale, il modello della Chiesa cattolica orientale non potrebbe essere progressivamente esteso, pur salvaguardando la preferenza per le vocazioni al celibato?”.

La conclusione a cui giunge, dopo un’articolata discussione, il prefetto dei Vescovi è che “si potrebbe certamente concepire, anche per la Chiesa latina, che un’altra forma di vita, il matrimonio, sia associata al ministero pastorale”, ma “il discernimento finale su questa possibilità spetta all’autorità suprema della Chiesa che ha preferito sino ad ora, per serie ragioni, mantenere la fondatezza della legge del celibato ecclesiastico obbligatorio”.

 

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