La famiglia era un impiccio per la formazione sacerdotale

di Franco Masoli

Al seminario comboniano di Sulmona dal ’69 al ’72 eravamo inizialmente in 5 preti, ma dopo due anni, uno di noi ha preferito andarsene e farà carriera in congregazione. Sul campo di battaglia rimarremo in 4 e saremo espulsi da una chiesa cieca, sorda e incapace di dialogare.
Avevamo ragazzi dalla Puglia e dall’Abruzzo che frequentavano a Sulmona le medie, il ginnasio, i licei classico e scientifico e la scuola professionale di Pratola. Niente scuola privata in Seminario, ma scuole statali con tutti gli altri ragazzi.
Prima regola dell’affettività: comunicare sempre e tutti giorni con ragazzi e ragazze della propria età e in varie (non tutte) situazioni.
La scelta di scuole con diversi indirizzi era una novità all’epoca, perché se uno non sapeva di greco e latino, non aveva la vocazione, era obbligatorio il classico. Ricordo un mio compagno del Seminario diocesano da me frequentato che fu mandato via per scarsa intelligenza perché non gli interessavano né Cicerone né le avventure di Achille ed Ettore. Andrà all’università e diventerà ingegnere civile.
Vigeva un maschilismo imperante e la donna vista come il peccato. Il sesso era una parola impronunciabile. Negli anni di studi teologici, i libri di morale a disposizione per consultare, la parte della sessualità veniva tagliata da caste forbici. A Brescia, la sessualità ci veniva spiegata in latino.
Finito l’anno scolastico in seminario, si andava in vacanze e dovevamo consegnare al parroco un questionario sigillato e scritto in latino per sapere come ci eravamo comportati in paese.
Una volta sono riuscito a dare una sbirciatina e c’era scritto che il seminarista poteva dare catechismo ai bambini delle elementari, però “pueris” e non “Puellis” (ai bambini, non alle bambine), neanche di prima elementare. Adesso si può pensare che sto dicendo delle ‘balle’, ma questo era il nostro pane quotidiano. Al sesso e alla donna dovevamo dire “vade retro satana”. Una vera sessofobia.
La famiglia era un impiccio per la formazione sacerdotale: bisognava staccarsi. Non ho potuto andare al funerale di mio zio e tanto meno al matrimonio dei miei fratelli: poteva essere una tentazione, mi hanno detto.
A Sulmona abbiamo diviso i gruppi dei seminaristi e io avevo il gruppo delle medie, Aldo del ginnasio e Luigi i più grandi. I gruppi erano uniti tra di loro, ma allo stesso tempo indipendenti a seconda dell’età e delle esigenze legate alla stessa.
Non eravamo d’accordo sulla vita di seminario per bambini, così il secondo anno non abbiamo accolto bambini di prima media, così pure nel secondo. Alle fine del terzo avevamo solo la terza, poi siamo scomparsi ed è finito il progetto. Si cercava di non fare entrare i ragazzi prima dei 14 anni.
Per noi a Sulmona era molto importante mantenere i rapporti affettivi con la famiglia. Quasi ogni settimana, il Padre responsabile del gruppo andava con un ragazzo a casa della sua famiglia. Spesso arrivavano altri parenti e anche il parroco. Si aiutava a instaurare rapporti affettivi sempre più normali e sempre più sociali.
Le attività del seminario come Mani Tese, scout, gruppi di impegno sociale e religioso erano frequentate dai seminaristi e dai giovani di Sulmona, ragazzi e ragazze. I seminaristi non dovevano essere dei piccoli preti, ma dei giovani che si preparavano alla vita, tenendo presente che la maggioranza non sarebbe arrivata ad essere prete. C’erano i primi impegni, le prime cotte inevitabili ed altre occasioni per consultarsi con il proprio educatore ed altre persone, anche donne, per cercare di affrontare e possibilmente risolvere le prime domande inevitabili di ogni adolescente.
La vita spirituale si svolgeva, oltre ai momenti di relazioni sociali, anche in momenti di incontro di preghiera e di amicizia con il Cristo. Con i miei ragazzi, ogni sera avevamo una confessione di gruppo che li abituava ad analizzarsi davanti a Dio e agli uomini. I problemi relazionali ed affettivi erano i più gettonati e li affrontavamo insieme.
Grande alleata educativa è stata la musica. Ogni gruppo aveva il suo complesso musicale. Il mio gruppo aveva anche un rapporto affettivo con degli animali che convivevano con noi. La natura era una delle nostre affettività vissute specialmente con gli scout di Sulmona.
Secondo me, molto importante da un punto di vista cristiano ed educativo, era l’impegno, la concordia e l’allegria di noi Padri deputati alla loro educazione che diventava anche la nostra.
ildialogo.org
Traghettilines BOMPIANI 1+1 Abbonanti ad un 2024 di divertimento - Mirabilandia Pittarello - Saldi fino al -70% Frigo vuoto e voglia di vino? Te lo consegniamo in 30 minuti alla temperatura perfetta! Duowatt - Banner generici con logo Tekworld.it Bus Terravision Aeroporto Milano Malpensa Plus Hostels Transavia 2021 Radical Storage Bus notturno Fiumicino Aruba Fibra veloce Hosting Aruba - Scopri di più