In Oriente vi sono preti sposati. Una pratica che si può estendere a tutta la Chiesa?

Preti sposati, un modello per tutta la Chiesa. 

È quanto racconta ad AsiaNews Mar Louis Raphaël I Sako, patriarca caldeo, fra i partecipanti al recente Sinodo sulla famiglia, commentando l’esortazione apostolica di papa Francesco.

Il Movimento dei sacerdoti lavoratori sposati apprezza l’intervento del Porporato e rilancia a Papa Francesco le tesi di Mar Sako:
Preti sposati: “Perché no?! Oggi vi è una carenza di preti, e perché non può essere possibile aprire il sacerdozio alle persone sposate… La cultura, la mentalità è cambiata e sono convinto che avere preti sposati come da noi sia una forza, un modello per gli altri. Si tratta di una scelta, si può essere sacerdoti da celibe oppure sposati e penso che col tempo si andrà in questa direzione. Certo è importante la formazione, ma un padre di famiglia saprà garantire un’ottima pastorale, vicina alla gente. Non ci sono contraddizioni in questo. È una disciplina! E i preti che non sono sposati possono vivere in comunità; per me vivere con altri, sia da sacerdote che da vescovo, è stata una forza. La vita comunitaria è fonte di arricchimento, e la stessa cosa faccio oggi da patriarca a Baghdad. Queste due diverse tipologie, preti sposati e non, si completano fra loro, non sono in contraddizione. Il Vangelo non è una tradizione, ma una parola viva per l’uomo di oggi e per questo bisogna confrontarsi con l’attualità, con fede e coraggio”.

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