Padre Graziano ha ucciso Guerrina vicino la chiesa e l’ha fatta sparire

Sono stato accusato ingiustamente. Voglio andarmene via dall’Italia da uomo libero”. Questa è la promessa che Padre Graziano Alabi, 45 anni, aveva fatto alcune settimane fa a chi gli chiedeva in che modo intendesse affrontare le accuse mosse contro di lui dalla Procura di Arezzo. Ma il giudice Piergiorgio Ponticelli, evidentemente, non ha creduto a una sola delle parole pronunciate dal sacerdote. Pochi giorni fa, infatti, il religioso africano da sempre al centro delPinchiesta su Guerrina Piscaglia, la mamma scomparsa il primo maggio 2014 da Ca Raffaello (Arezzo), è stato arrestato e rinchiuso in carcere con una nuova e gravissima accusa. Dal reato di favoreggiamento in sequestro di persona contestato dallo scorso settembre, si passa ai reati di omicidio e occultamento di cadavere.

Per gli inquirenti, dunque, non ci sono dubbi: Guerrina è stata uccisa e il suo assassino è proprio lui, padre Graziano, il parroco di Ca* Raffaello. La svolta è arrivata a soli due giorni dalla scadenza del divieto di espatrio emesso lo scorso ottobre nei confronti del prete. I carabinieri sono andati a prelevarlo a Roma, nel convento dei frati in cui era ospite da due mesi. Sembrava quasi che se lo aspettasse, padre Graziano. Perché quando ha visto i militari alla porta non ha fatto una piega: «Datemi solo il tempo di radunare le cose e di vestirmi». E dopo qualche minuto si è presentato con un paio di vecchi pantaloni e una camicia molto vistosa a maniche corte.

È uscito a testa alta, come per sfidare tutti, compresi i fotografi che lo hanno seguito finché non è entrato nelPauto dei carabinieri. La notizia ha fatto il giro d’Italia in pochi minuti, ma il primo a saperlo, naturalmente, è stato Mirco Alessandrini, 49 anni, il marito di Guerrina. L’uomo, soddisfatto per l’arresto, si è rivolto al parroco con poche dolorosissime parole: «Ora deve dire la verità». Certo è che il sacedote, da qualche mese a questa parte, ha scelto la via del silenzio. Forse anche perché la richie sta d’arresto era stata formulata fin dallo scorso 23 febbraio ed è lecito pensare che da quel momento a oggi gli investigatori abbiano raccolto nuovi indizi contro di lui.

E il movente? Per gli investigatori ci sono pochi dubbi che l’omicidio di Guerrina sia la diretta conseguenza dell’ambiguo rapporto che negli ultimi tempi si era venuto a creare tra la donna e il prete africano. Guerrina si era invaghita di padre Graziano e gli aveva confessato di aspettare un bambino da lui. Il sacerdote, però, ha sempre negato di avere avuto incontri intimi con la parròc-chiana. D altra parte Guerrina, prima di sparire, era diventata insistente e lo aveva più volte minacciato di andare a raccontare la loro storia ai carabinieri. Insomma, capire cosa ci sia stato veramente tra i due è ancora molto difficile. Ma secondo gli inquirenti una cosa è certa: per padre Graziano quel rapporto era diventato molto pericoloso.

Lo scenario ipotizzato è quindi quello di un omicidio commesso il giorno della scomparsa, in strada, lungo la provinciale che attraversa Ca’ Raffaello, mentre la donna si recava in canonica a trovare il prete. Quella mattina, infatti, Guerrina aveva molto insistito per andare da lui. Gli aveva mandato un messaggio: «Vengo da te, ti cucino il coniglio e poi facciamo l’amore». Lui aveva rifiutato, ma lei alla fine lo aveva convinto. «Vieni, la porta della canonica è aperta», le aveva risposto il prete. La donna, come confermato da quattro testimoni, è stata vista uscire di casa intorno alle 13.30 e proprio lungo la strada sarebbe stata uccisa. Poi, sempre secondo gli inquirenti, il prete avrebbe occultato il corpo in un boschetto e qualche giorno dopo lo avrebbe spostato in un luogo mai identificato.

Nelle ore successive alla scomparsa, dal cellulare di Guerrina partirono alcuni messaggi. Gli inquirenti sono convinti che a scriverli non sia stata davvero lei; bensì padre Graziano, che provò in questo modo a depistare le indagini. Ecco il testo del primo sms inviato quel pomeriggio: «Io ti ho chiamato e siccome non hai risposto vado con il marocchino a Gubbio». Il riferimento è a un ambulante nordafricano che il giorno prima era stato a casa di Guerrina per bere una birra con lei, padre Graziano e il marito Mirco. L’ambulante è stato rintracciato e si è rivelato totalmente estraneo alla vicenda. Pochi minuti dopo era partito un altro messaggio scritto in modo sgrammaticato: «Scuza dite al mio marito vado a Gubbio con mio amoroso marocchino che è venuto ieri a casa, sono stanco di Mirco, torno domenica a prendere Lorenzo».

Peccato che questi sms siano stati inviati a numeri di telefono che Guerrina non possedeva, mentre erano presenti nella rubrica di padre Graziano. Come se non bastasse, erano stati spediti dalla zona di Sestino, dove quel pomeriggio il sacerdote aveva celebrato un funerale. E che dire delPuomo misterioso che secondo padre Graziano avrebbe sequestrato Guerrina? Il religioso ne ha parlato solo con laltro parroco, padre Faustin. Gli raccontò, in sostanza, che il giorno della scomparsa un certo “zio Francesco” entrò in canonica a Sestino e gli disse che Guerrina era fuori in auto ad aspettare. Qualche giorno dopo, ha continuato a dire il prete arrestato, Guerrina si sarebbe fatta accompagnare dallo stesso “zio Francesco” a Ca’ Raffaello, nel vano tentativo di portare via il figlio Lorenzo.

Gli investigatori a queste storie non hanno mai creduto, ma nei prossimi giorni il prete avrà di nuovo la possibilità di fare chiarezza. Sempre che voglia ricominciare a parlare. Nel frattempo il suo avvocato, Luca Fanfani, ha già annunciato di voler fare ricorso. NelFattesa, gli inquirenti continuano a cercare i resti di Guerrina. L’ipotesi che l’assassino abbia svuotato una tomba per fare spazio al corpo della donna resta ancora aperta, anche se poco verosimile. Ma che Guerrina possa essere stata sepolta tra la Chiesa, la canonica e il cimitero di San Gianni, è una teoria che non va esclusa. Se fosse andata veramente così, la triste storia di Guerrina Piscaglia ci riporterebbe all’altrettanto tragica vicenda di Elisa Claps, la ragazzina scomparsa da Potenza nel 1993 e ritrovata morta 17 anni dopo nel sottotetto di un campanile.

mentinformatiche.it

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