Papa Francesco: «Il capolavoro della società è la famiglia». Ma ancora no ai preti sposati

Papa Francesco all’udienza generale in Piazza San Pietro ha proseguito la sua riflessione sul disegno originario di Dio sulla coppia uomo-donna. Associazione sacerdoti lavoratori sposati protesta. Abbiamo bisogno di nuove scelte pastorali concrete di PapaFrancesco.
Roma, 29/04/2015 (informazione.it – comunicati stampa – varie) “L’evangelista Giovanni – ha esordito il Papa – all’inizio del suo Vangelo, narra l’episodio delle nozze di Cana, a cui erano presenti la Vergine Maria e Gesù, con i suoi primi discepoli (cfr Gv 2,1-11). Gesù non solo partecipò a quel matrimonio, ma ‘salvò la festa’ con un miracolo del vino! Dunque, il primo dei suoi segni prodigiosi, con cui Egli rivela la sua gloria, lo compì nel contesto di un matrimonio, e fu un gesto di grande simpatia per quella nascente famiglia, sollecitato dalla premura materna di Maria”. Per i sacerdoti sposati italiani, fondati nel 2003 dadon Giuseppe Serrone, Papa Francesco ha aperto una splendida riflessione. A braccio il Papa ha aggiunto: “E questo ci fa ricordare il libro della Genesi, quando Dio finisce l’opera della creazione e fa il suo capolavoro; il capolavoro è l’uomo e la donna. E qui Gesù incomincia proprio i suoi miracoli con questo capolavoro, in un matrimonio, in una festa di nozze: un uomo e una donna. Così Gesù ci insegna che il capolavoro della società è la famiglia: l’uomo e la donna che si amano! Questo è il capolavoro!”. “Dai tempi delle nozze di Cana – ha proseguito – tante cose sono cambiate, ma quel ‘segno’ di Cristo contiene un messaggio sempre valido. Oggi sembra non facile parlare del matrimonio come di una festa che si rinnova nel tempo, nelle diverse stagioni dell’intera vita dei coniugi. È un fatto che le persone che si sposano sono sempre di meno; questo è un fatto: i giovani non vogliono sposarsi. In molti Paesi aumenta invece il numero delle separazioni, mentre diminuisce il numero dei figli. La difficoltà a restare assieme – sia come coppia, sia come famiglia – porta a rompere i legami con sempre maggiore frequenza e rapidità, e proprio i figli sono i primi a portarne le conseguenze. Ma pensiamo che le prime vittime, le vittime più importanti, le vittime che soffrono di più in una separazione sono i figli. Se sperimenti fin da piccolo che il matrimonio è un legame “a tempo determinato”, inconsciamente per te sarà così. In effetti, molti giovani sono portati a rinunciare al progetto stesso di un legame irrevocabile e di una famiglia duratura. Credo che dobbiamo riflettere con grande serietà sul perché tanti giovani “non se la sentono” di sposarsi. C’è questa cultura del provvisorio… tutto è provvisorio, sembra che non c’è qualcosa di definitivo”. “Questa dei giovani che non vogliono sposarsi – ha osservato – è una delle preoccupazioni che emergono al giorno d’oggi: perché i giovani non si sposano? Perché spesso preferiscono una convivenza, e tante volte “a responsabilità limitata”? Perché molti – anche fra i battezzati – hanno poca fiducia nel matrimonio e nella famiglia? È importante cercare di capire, se vogliamo che i giovani possano trovare la strada giusta da percorrere. Perché non hanno fiducia nella famiglia?”. “Le difficoltà – ha sottolineato – non sono solo di carattere economico, sebbene queste siano davvero serie. Molti ritengono che il cambiamento avvenuto in questi ultimi decenni sia stato messo in moto dall’emancipazione della donna. Ma nemmeno questo argomento è valido. Ma questa è anche un’ingiuria! – ha esclamato a braccio – No, non è vero! È una forma di maschilismo, che sempre vuole dominare la donna. Facciamo la brutta figura che ha fatto Adamo, quando Dio gli ha detto: ‘Ma perché hai mangiato il frutto?’, e lui: ‘Lei me l’ha data’. E la colpa è della donna. Povera donna! Dobbiamo difendere le donne, eh!”. “In realtà – ha aggiunto – quasi tutti gli uomini e le donne vorrebbero una sicurezza affettiva stabile, un matrimonio solido e una famiglia felice. La famiglia è in cima a tutti gli indici di gradimento fra i giovani; ma, per paura di sbagliare, molti non vogliono neppure pensarci; pur essendo cristiani, non pensano al matrimonio sacramentale, segno unico e irripetibile dell’alleanza, che diventa testimonianza della fede. Forse proprio questa paura di fallire è il più grande ostacolo ad accogliere la parola di Cristo, che promette la sua grazia all’unione coniugale e alla famiglia”. “La testimonianza più persuasiva della benedizione del matrimonio cristiano – ha detto – è la vita buona degli sposi cristiani e della famiglia. Non c’è modo migliore per dire la bellezza del sacramento! Il matrimonio consacrato da Dio custodisce quel legame tra l’uomo e la donna che Dio ha benedetto fin dalla creazione del mondo; ed è fonte di pace e di bene per l’intera vita coniugale e familiare. Per esempio, nei primi tempi del Cristianesimo, questa grande dignità del legame tra l’uomo e la donna sconfisse un abuso ritenuto allora del tutto normale, ossia il diritto dei mariti di ripudiare le mogli, anche con i motivi più pretestuosi e umilianti. Il Vangelo della famiglia, il Vangelo che annuncia proprio questo sacramento ha sconfitto questa cultura di ripudio abituale. Il seme cristiano della radicale uguaglianza tra i coniugi deve oggi portare nuovi frutti. La testimonianza della dignità sociale del matrimonio diventerà persuasiva proprio per questa via, la via della testimonianza che attrae, la via della reciprocità fra loro, della complementarietà fra loro”. *fonte avvenire.it
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