La suora sexy della pubblicità accende le polemiche in vista dell’arrivo del Papa

Una suora coperta dal classico velo ma in jeans e soprattutto a seno nudo coperto solo dalle mani giunte in preghiera. Questo quanto è visibile in via marina su un mega manifesto affisso ad un palazzo. La pubblicità è quella di un marchio di abbigliamento femminile ed ha scatenato le immediate ed inevitabili polemiche.

Posizione strategica quella scelta dai pubblicitari dato che via Marina, a Napoli, è uno delle arterie più trafficate e indispensabili per districarsi nella città di Partenope, collegando il cuore della città alla popolosissima e popolarissima periferia orientale e all’ imbocco autostradale verso tutte le direzioni.

Sei metri per nove di manifesto con la modella in versione suora sexy. A smuovere fortemente le polemiche il facile collegamento tra questo manifesto, a detta di molti, addirittura “sacrilego” e le tante immagini, manifesti e cartelloni con l’immagine di Papa Francesco che sarà a Napoli il prossimo 21 marzo

A chiarire la propria posizione è prontamente giunta una nota dell’azienda di abbigliamento che ha utilizzato la bella modella che ha imbarazzato i Napoletani:

“In riferimento alle polemiche delle ultime ore sul nostro manifesto pubblicitario – si legge – intendiamo chiarire che tutto desideriamo fuorché mancare di rispetto alla visita del Santo Padre prevista il prossimo 21 marzo in città, anche perchè lo scatto è stato realizzato diverso tempo fa. Riconosciamo di aver fatto una scelta di marketing forte ma non c’è nessun intento blasfemo. L’essere dissacranti non vuol dire non avere una sacralità, significa fare delle scelte anche impopolari ma nelle quali crediamo molto. Anche sulla partecipazione di Suor Cristina a ‘The Voice’ vi furono molte polemiche eppure la sua figura ha avvicinato molto i ragazzi alla Chiesa. La modella del nostro manifesto stringe un rosario e prega, e se é vero che c’è un effetto “vedo non vedo” è vero anche che non si intende in alcun modo banalizzare l’atto della preghiera. Rivendichiamo dunque la nostra scelta e ci dispiace profondamente essere accusati di cose assai lontane dai nostri valori e dalla nostra cultura. Riteniamo altresì che sia giusto attendere il parere dell’ Istituto Autodisciplina Pubblicitaria (AIP), ente titolato a decidere sulla rimozione dei manifesti. Finora non ci é stato notificato nulla”.

Nella Napoli che aspetta il Papa c’è chi promette battaglia per la rimozione del manifesto “blasfemo” e chi, soprattutto i giovani, sembra aver preso la cosa con una dose di ironia, del resto siamo abituati ormai ad immagini ben più offensive. La conclusione unanime però resta:  “meglio però se il Papa non la veda”.

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