Omofobia Parma, ragazze si abbracciano in Chiesa. E il prete chiama i carabinieri

È successo domenica 8 febbraio nella chiesa di Santo Stefano nel comune parmense di Sala Baganza dove due ragazze sarebbero state cacciate per essersi lasciate andare al gesto di affetto


Cacciate dal parroco perché si abbracciavano durante uno spettacolo in parrocchia. È successo domenica 8 febbraio nella chiesa di Santo Stefano nel comune parmense di Sala Baganza (Parma), dove due ragazze sarebbero state cacciate per essersi lasciate andare al gesto di affetto. Le giovani però non hanno accettato l’imposizione e dall’episodio è scaturito un aspro diverbio che ha richiesto perfino l’intervento di una pattuglia dei carabinieri.

Quanto accaduto è stato denunciato dalle associazioni Ottavo Colore, Agedo (associazione Genitori di figli omosessuali) e Certi Diritti, che hanno riportato il racconto della coppia: “Denunciamo ancora una volta il modo violento e discriminatorio in cui viene attaccato il diritto fondamentale di vivere liberamente il proprio orientamento sessuale, vogliamo qui ricordare che la Corte costituzionale ha chiarito oltre tre anni fa che gay e lesbiche ‘hanno il diritto fondamentale di vivere liberamente la loro condizione di coppia’, quindi anche di baciarsi e tenersi per mano per strada, se lo desiderano”.

Il gesto contestato in questo caso sarebbe un semplice abbraccio. Secondo le ricostruzioni dei carabinieri e dei testimoni, le ragazze stavano assistendo al saggio di canto insieme al pubblico, invitate dalla cugina di una delle due, che si esibiva nella parrocchia. Vista la troppa affluenza delle persone in sala, alcune erano dovute rimanere fuori appoggiate al muro del corridoio e così anche le giovani. Nel corso dello spettacolo, durante una canzone romantica, le due si sarebbero lasciate andare ad un abbraccio, come tante altre coppie presenti. Subito dopo però sarebbero state allontanate dal parroco, che si sarebbe rivolto a loro con queste parole: “O vi staccate immediatamente o dovete andarvene, ci sono anche dei bambini qui”. Il sacerdote pensava forse di chiudere la situazione con quell’appunto e una semplice sgridata, come è abituato a fare in altri frangenti con i suoi parrocchiani. Ma le due ragazze si sono ribellate a quella che per loro era una discriminazione nei loro confronti, e così hanno chiesto spiegazioni: “E se fossimo lesbiche cosa fa, ci caccia?”. La situazione in poco tempo è degenerata: il sacerdote ha portato le ragazze nel cortile per chiarire le cose lontano dallo spettacolo in corso, ma la discussione è sfociata in una lite e a quel punto l’uomo ha deciso di rivolgersi ai carabinieri. Quando la pattuglia è arrivata, le giovani si erano già allontanate dalla parrocchia e la situazione era ritornata alla normalità. Le ragazze hanno raccontato quanto accaduto ai militari, ma al momento nessuno ha sporto denuncia sull’episodio, mentre la parrocchia di Sala Baganza ha scelto di non commentare.

“Questi gesti non saranno più ignorati. Dietro ogni persona discriminata, ci saranno la famiglia, gli amici e sempre più cittadini pronti a reagire, a denunciare, a lottare – hanno dichiarato le associazioni – Scagliarsi apertamente contro queste ragazze non esprime in realtà alcun valore morale o etico, ma al contrario solo disprezzo e disgusto per una popolazione che reclama libertà, dignità e protezione dalla violenza. Ancor peggio se questo atteggiamento è assunto da un prete che dovrebbe per la sua missione includere le persone, non perseguitarle e rendersi conto che dietro alle parole ci solo vite di persone, ci sono famiglie che vanno rispettate i cui figli e figlie non sono bersagli da colpire”.

ilfattoquotidiano.it

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