Lei lo tradisce con il parroco, lui lo denucia: “Voglio i danni“

Ferrara, 25 ottobre 2014 – UNA tresca con il prete del paese che va avanti da oltre un anno. Un matrimonio a pezzi, un marito distrutto e i figli in crisi. Tutto in una dettagliata querela contro il don’ presentata alla polizia da Mattia (un nome di fantasia, ndr). «Ho deciso di rivolgermi agli inquirenti dopo un lungo travaglio interiore che ho vissuto e vivo in modo drammatico», racconta il ferrarese quarantenne, sposato con una donna, poco più giovane, del Basso Polesine dove vivono con i tre bambini.

Un travaglio provocato dal sacerdote della parrocchia del loro paese, chiamato in causa nell’atto di parte per violazione di domicilio e maltrattamenti in famiglia. Il primo perché «si è introdotto più volte nell’abitazione familiare, nonostante il mio espresso divieto, dove si è intrattenuto con mia moglie». Il secondo per essere oggetto, con i figli, di «voci e scherni in paese». Dopo 10 anni felici, lui scopre che qualcosa nella moglie non va più. «Avevo notato distacco fisico ed emotivo, era fredda anche con i nostri figli».

LA COSA più strana è che «cominciò a frequentare assiduamente la parrocchia. Si adoperava per l’oratorio, organizzando ritrovi e feste a casa nostra a cui partecipava anche il prete». Intanto nell’abitazione spunta un breviario, con frasi «ostili e negative, destinate a me». Poi un telefonino con sms e registrazioni inequivocabili. L’ulteriore svolta arriverà da un investigatore. Moglie e amante vengono fotografati in pineta, fuori da un cimitero, all’uscita di impianti sportivi. Mattia arriverà più volte ad affrontare sia il parroco, intimandogli di non farsi più vedere a casa sua, sia la moglie, la quale «confessa la tresca anche davanti a sua madre».

La vicenda, da tempo, è a conoscenza della diocesi polesana, come spiega il vescovo Adriano Tessarollo. «Siamo perfettamente al corrente e stiamo prendendo tutti i provvedimenti necessari. La denuncia? Il parroco in questione risponderà nelle opportune sedi e la giustizia farà il suo corso». Infine l’aggiunta: «Nel caso le accuse fossero veritiere, bisognerà chiarire se si tratta di un errore temporaneo, di un’infatuazione, o di una mancanza di vocazione. Se si corregge l’errore, potrà portare avanti il proprio servizio, nel secondo caso, ovviamente, il bene di tutti è che faccia un passo indietro».

di Nicola Bianchi e Caterina Zanirato

Il Resto del Carlino

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