Prete a piedi dal Papa per dire basta al celibato

Messner, 64 anni, ha incontrato la moglie quando era missionario in Ecuador «Un’apertura su questo tema renderebbe la Chiesa più credibile e umile

BOLZANO. «Se la Chiesa si decidesse a concedere un’apertura sul celibato dei preti, sarebbe più credibile, più umile, più aperta e cadrebbero, finalmente, una serie di privilegi che ancora resistono». Chi parla è Alfons Messner, 64 anni originario di Renon, custode presso la scuola Max Valier di via Sorrento, sposato e padre di tre figli, che nella sua “prima vita” è stato sacerdote, anzi ritiene di esserlo tuttora, visto che non ha mai accettato la laicizzazione. Sul punto la Chiesa ha dimostrato sempre una chiusura totale, proprio per questo ha deciso di fare un gesto clamoroso: è andato a piedi fino in Vaticano per consegnare un messaggio al Papa. In tutto 870 chilometri.

«L’estate scorsa – racconta – avevo scritto a Papa Francesco sollecitando che almeno si cominciasse ad affrontare il tema. Provo una profonda pena per tutti quei sacerdoti anziani che con gli anni vedono aumentare il lavoro invece che diminuirlo, perché non ci sono più vocazioni. Non dico che se si togliesse l’obbligo del celibato si risolverebbe il problema, ma sicuramente si attenuerebbe».

La cosa singolare, ma neanche troppo trattandosi di Papa Francesco, è che qualche giorno dopo era arrivata una chiamata dal Vaticano.

«Purtroppo – racconta Messner – ho sempre avuto il maledetto vizio di tenere il cellulare spento. Me ne sono accorto quando l’ho riacceso. Era un numero che non conoscevo, poi attraverso una ricerca ho scoperto che la chiamata era partita dal Vaticano. Purtroppo, non mi hanno più richiamato».

E allora ha deciso di andarci di persona a Roma, dopo aver avuto la certezza che una sua seconda lettera era arrivata a destinazione.

«Sono partito ad aprile arrivando fino a Parma, percorrendo 30-40 chilometri al giorno. Poi, dal 28 maggio, è cominciata la lunga marcia, conclusasi a Roma il 20 giugno. Sapevo, ovviamente, che non avrei potuto incontrare il Papa, però ho consegnato un biglietto alle guardie svizzere, in cui esprimevo il mio desiderio di poterlo abbracciare: lo ammiro tantissimo».

Messner non si fa illusioni sui tempi: «Il Vaticano non abolirà il celibato da oggi a domani, ma dovrebbe almeno iniziare una riflessione sul tema».

L’attuale custode della scuola Max Valier alla fine degli anni Ottanta ha vissuto sulla sua pelle il tormento della scelta.

Dopo essere stato per cinque anni cappellano ad Egna e per due a Maia Alta, nel dicembre del 1987 era partito per l’Ecuador come missionario diocesano e in Sudamerica è rimasto fino al 1991.

«E’stato lì che ho conosciuto mia moglie. L’ho presentata ad altri sacerdoti, che sapevo avere situazioni analoghe alla mia. Era una specie di provocazione: volevo che finalmente cadesse un tabù. Così non è stato ovviamente. Ed è una cosa assurda, perché è stato Dio a crearci in questo modo e a volere che ci aprissimo all’altra. È una cosa naturale».

Nel 1992 Messner si è sposato in chiesa. Dal matrimonio sono nati tre figli: Franziska, 22 anni, Thomas 19 e Josef 15.

«Loro – dice – appoggiano in pieno la mia battaglia per abolire il celibato dei sacerdoti. Mi piacerebbe almeno contribuire a far sì che si apra una riflessione su questo tema: sarebbe già un passo avanti».

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