Papa Giovanni: 3 conferme, 3 prescrizioni e 2 condanne annullate

Tre condanne confermate, tre dichiarazioni di non doversi procedere per prescrizione e due condanne annullate per incompetenza territoriale con atti ad altra Procura per un nuovo giudizio.

Sono queste le decisioni della Corte d’appello di Catanzaro nei confronti di otto persone imputate a seguito dell’inchiesta sull’Istituto Papa Giovanni XXIII, di Serra D’Aiello (Cs), nell’ambito della quale sono stati contestati a vario titolo i reati di associazione per delinquere, appropriazione indebita, truffa, riciclaggio,bancarotta, furto e abbandono di persone incapaci e altri reati minori.

I giudici (presidente Giancarlo Bianchi, consiglieri Gianfranco Grillone e Ippolita Luzzo), riformando la sentenza emessa in primo grado il 18 maggio del 2012 dal Tribunale di Paola, in particolare,hanno confermato le condanne di Antonio Marafioti, di Cutro, a 8 anni di reclusione; Audino Caputo, di Crotone, a 8 anni; Ettore Notti, di Cosenza, a 4 anni.

Dichiarata la prescrizione nei confronti di Luca Anania, di Castrovillari – gia’ condannato a 9 mesi di reclusione e 300 euro di multa -, eRossana Gaudio, di Cosenza – gia’ condannata a 1 anno e 4 mesi e 600 euro -, per i quali sono state annullate anche le condanne al risarcimento alle parti civili tranne quelle nei confronti dell’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano e Fallimento I.P.G. XXIII; anche per Giuseppe Perrotta, di Cosenza – già condannato a 1 anno e 4 mesi piu’ 600 euro di multa – è stata dichiarata la prescrizione “intervenuta in data antecedente a quella della condanna di primo grado”, e dunque per quest’ultimo sono state annullate tutte le condanne al risarcimento.

Infine, per Roberta Scervo, di Crotone – che in primo grado ha avuto 6 anni di reclusione -, ed Eliodoro Tricoli, di Crotone – che ha avuto 3 anni e 3 mesi – le condanne sono state annullate e gli atti sono statitrasmessi alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone, perché proceda per riciclaggio.

Gli odierni imputati furono i soli condannati il 18 maggio del 2012 dal tribunale che quel giorno pronunciò anche tre assoluzioni.

Altri imputati coinvolti nell’inchiesta scelsero riti alternativi, e in particolare due persone patteggiarono e cinque chiesero giudizi abbreviati. Questi ultimi si conclusero il 6 novembre del 2009 con cinque condanne, fra le quali quella dell’ex presidente della fondazione al centro dell’inchiesta, l’ex sacerdote don Alfredo Luberto. (AGI)

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