Rifiuta sesso col pastore protestante: sequestrata e violentata nella Chiesa di Torre Angela

Rifiuta sesso col prete: sequestrata e violentata nella Chiesa di Torre Angela, Roma

Sequestrata e segregata all’interno di una chiesa apostolica di Torre Angela. Dieci giorni da incubo per una 39enne nigeriana che solo grazie ad un momento di distrazione è riuscita a prendere un cellulare e a chiamare il 113. Il blitz è scattato immediatamente e non è stato difficile scoprire dietro quella porta chiusa l’assurda storia che vi si nascondeva.

IL RIFIUTO – Dieci giorni fa a chiudere la donna dietro quella porta era stato un pastore nigeriano che con il gesto intendeva punire il rifiuto della donna ad intrattenere rapporti sessuali con lui. Prima di segregarla il pastore ha trattenuto i documenti.

IL MOMENTO DI DISTRAZIONE – Solo dopo dieci giorni, approfittando di un momento di distrazione del suo carceriere e di altre persone vicine al pastore, complici nella vicenda, la donna, una cittadina nigeriana di 39 anni, è riuscita a procurarsi un telefonino cellulare e chiamare 113. Scattato l’allarme, diversi equipaggi del Reparto Volanti, sono stati fatti convergere sul posto per verificare la veridicità della segnalazione. Quando i poliziotti hanno suonato al portone della chiesa “The Apostolich Church” di via delle Amazzoni, nella zona del Casilino, nessuno ha risposto ma la delicatezza della segnalazione, ha spinto gli agenti ad approfondire l’accertamento.

IL BLITZ – Scavalcato il muro di cinta, sono entrati all’interno del giardino di pertinenza della struttura religiosa e dopo aver suonato insistentemente ad una porta che dall’interno dava direttamente nell’edificio, sono stati accolti da una coppia, marito e moglie, che hanno riferito agli agenti di vivere nei locali adiacenti alla chiesa. Entrati all’interno e ispezionate le altre stanze, all’interno delle quali abitava anche un’altra coppia, i poliziotti si sono imbattuti in una porta chiusa a chiave ed hanno chiesto spiegazioni.

LA PORTA CHIUSA – Una delle donne, riferendosi agli investigatori, ha spiegato che la stanza era abitata da una loro connazionale che la notte aveva l’abitudine di fuggire e per questo motivo erano costretti a rinchiuderla. Aperta la stanza  gli agenti hanno soccorso la vittima che visibilmente scossa e impaurita dalla presenza dei suoi carcerieri ha raccontato agli agenti  la sua triste storia.

VIOLENTATA – Soccorsa dai medici del 118, che ne hanno disposto il ricoverato in ospedale, la donna, in un secondo momento, ha anche dichiarato che durante il periodo di prigionia era stata fatta oggetto di violenza sessuale dagli uomini della casa.

Tutte le persone, comprese il pastore, rintracciato in secondo momento, nigeriano di 38 anni, sono state accompagnate negli uffici del Commissariato Casilino.

Ricostruita l’intera vicenda e a seguito  della denuncia sporta dalla vittima, per il “pastore” ed i suoi due connazionali, rispettivamente di 39 e 31 anni, è scattato l’arresto per il reato di sequestro di persona in concorso, mentre le due donne, accusate dello stesso reato, sono state sottoposte alla misura degli arresti domiciliari per consentire loro di badare ai figli.

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