Abusi sessuali: operazione trasparenza di cinque istituti religiosi

L‘ultimo capitolo della crisi della pedofilia nella Chiesa viene scritto ancora una volta negli Stati Uniti. Cinque istituti religiosi, comprese due congregazioni femminili, hanno pubblicato 1.700 pagine di documenti riservati relativi a una dozzina tra preti, frati e suore che negli scorsi decenni hanno abusato di minori nell’arcidiocesi di Los Angeles. Entro l’autunno verranno pubblicati i file di altri 45 religiosi. La pubblicazione fa parte di un accordo con le vittime che risale al 2007 e rappresenta probabilmente la più estesa “operazione trasparenza” di tutta la Chiesa cattolica mondiale. Il quadro che emerge conferma l’inadeguatezza con la quale i casi di pedofilia vennero trattati nei decenni passati. Sempre a Los Angeles già lo scorso inverno vennero pubblicati documenti relativi alla malagestione delle accuse di molestie sessuali sui minori da parte dell’arcidiocesi. Carte che dimostravano come l’allora arcivescovo Roger Mahony, pur agendo in modo controverso, era però consapevole del problema. I documenti pubblicati ora sui religiosi – dipendenti non già dall’arcidiocesi ma dai loro istituti – mostrano invece una diffusa tendenza a sottovalutare o insabbiare le denunce. Gli istituti maschili coinvolti sono i Marianisti, i Benedettini, gli Oblati, e inoltre le suore cabriniane e le sorelle di San Giuseppe di Carondelet. I religiosi coinvolti sono per lo più morti. E molti dei dossier personali degli accusati contengono accenni rari, e spesso reticenti, agli abusi di cui sono accusati. Il caso forse più eclatante è quello di padre Ruben Martinez, religioso degli oblati. In alcune pagine scritte dal suo superiore dell’epoca i passaggi delicati – relativi alle «relazioni con i ragazzi» – sono redatti in giapponese anziché in inglese. Dalle pagine del suo file emerge che i primi sospetti vengono registrati poco dopo la sua ordinazione nel 1968. Nel 1980 due madri lo denunciano ma non cambia nulla nei suoi atteggiamenti verso i chierichetti delle chiese di Pacoima e Wilmington. Solo diversi anni dopo, il religioso viene spedito – su sua richiesta – in un centro di recupero per sacerdoti con problemi psicologici. Nel 1991 torna in servizio e il suo superiore dell’epoca, padre Paul Nourie, pur scrivendo di avere «ogni ragione» per credere alle accuse di abusi sessuali, non interviene e, anzi, lo manda in una chiesa a Imperial Valley dove ha libero accesso ai bambini. Nel 1993 un giovane uomo di 25 anni lo denuncia per gli abusi subiti quando era adolescente. Il religioso viene allontanato ma nulla di più. Solo nel 2003, quando la crisi della pedofilia è ormai esplosa, padre Martinez, pizzicato mentre scarica dal computer «materiale inappropriato», viene mandato per l’ennesima volta in cura. Ormai è linea dura. E al terapeuta Martinez racconta di avere avuto «contatto sessuale con circa 100 minori». Ora ha 72 anni e vive in una casa per sacerdoti con problemi psicologici.

Iacopo Scaramuzzi

jesus settembre 2013

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