Benetton fa la pace col Vaticano, scuse e donazione alla Chiesa

Il ritiro dell’immagine incriminata, un atto di pubbliche scuse per aver «urtato la sensibilità» del Papa e dei credenti, e una donazione a un’attività caritativa della Chiesa. Si è chiusa così, da parte del Gruppo Benetton, la vertenza legale avviata nei suoi confronti dalla Santa Sede dopo la campagna pubblicitaria «Unhate» del novembre scorso, in cui compariva provocatoriamente una foto di Benedetto XVI che baciava l’imam egiziano di Al-Azhar. Un fotomontaggio, presentato insieme ad altri il 16 novembre (tra cui uno con Barack Obama che baciava il presidente cinese Hu Jintao), che destò subito un vespaio di polemiche, tra l’altro con un maxi-poster srotolato da Ponte Sant’Angelo, a Roma, proprio dirimpetto a San Pietro. E la forte irritazione d’Oltretevere si manifestò subito per voce della Segreteria di Stato che, con un’iniziativa senza precedenti, annunciò il ricorso alle vie legali per tutelare l’immagine del Papa.

A breve, la foto-shock del bacio del Pontefice fu tolta dalla campagna, ma l’azione legale è andata avanti, e si è conclusa nei giorni scorsi con un «accordo transattivo» in seguito al confronto tra i legali della Santa Sede – avvocati Giorgio Assumma e Marcello Mustilli – e quelli del Gruppo trevigiano. Venerdì scorso la Benetton ha diffuso una nota ribadendo «il proprio dispiacere per aver così urtato la sensibilità di Sua Santità Benedetto XVI e dei credenti» e assicurando che «ha garantito e mantenuto che tutte le immagini fotografiche della persona del Santo Padre sono state ritirate dal proprio circuito commerciale e si impegna a non compiere in futuro alcun ulteriore utilizzo dell’immagine del Santo Padre senza una previa autorizzazione della Santa Sede». Concludeva poi che «il Gruppo Benetton porrà inoltre i suoi buoni uffici affinchè cessi l’ulteriore utilizzazione dell’immagine da parte di terzi, su siti internet o in altre sedi».

Ed è stato oggi il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, a spiegare che il comunicato rappresenta l’esito e la conclusione dell’azione legale intrapresa dalla Santa Sede. «Il Gruppo Benetton – ha sottolineato Lombardi – riconosce dunque ancora una volta pubblicamente di aver urtato la sensibilità dei credenti, riconosce che l’immagine del Papa va rispettata e può essere usata solo previa autorizzazione della Santa Sede». Il portavoce vaticano ha fatto sapere che «la Santa Sede non ha voluto chiedere risarcimenti di natura economica, ma ha voluto ottenere il risarcimento morale del riconoscimento dell’abuso compiuto e affermare la sua volontà di difendere anche con mezzi legali l’immagine del Papa». Invece di un risarcimento economico «è stato chiesto ed ottenuto dal Gruppo Benetton un atto di liberalità – limitato, ma effettivo – nei confronti di un’attività caritativa della Chiesa». «Si chiude così, anche dal punto di vista legale, un episodio molto spiacevole, che non avrebbe dovuto avvenire, ma dal quale si spera di ricavare una lezione di doveroso rispetto per l’immagine del Papa – come di ogni altra persona -, e della sensibilità dei fedeli», ha osservato ancora padre Lombardi. Parole che trovano eco anche sull’Osservatore Romano, il cui titolo definisce quella di Benetton «un’offensiva campagna pubblicitaria». (Ansa)

Fausto Gasparroni

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