La trasparenza finanziaria di Bertone e Benedetto XVI non convince parte della Curia. Guerra in Europa: cattolici contro lobby massoniche

Un’occhiata rapida intorno, poi tutto d’un fiato, a bassa voce: “Allora, parliamoci chiaro: Bertone per me sta commettendo un errore. In buonafede, sia chiaro, ma un errore. E siamo un bel po’ di gente a pensarlo. Perché va bene la trasparenza bancaria, l’antiriciclaggio, la legge 127 e tutto quello che fa Gotti Tedeschi (il presidente dello IOR, N.d.R.). Va bene: ma il rischio è che si apra una nuova questione romana, stavolta a livello europeo. Sai perché? Perché oggi saremo sottoposti ai controlli di Moneyval, domani l’Europa potrà imporci di rispettare le normative sulla ‘sua’ libertà di opinione o di ammettere le donne al sacerdozio per la parità dei sessi. Sarà la fine dell’indipendenza della Chiesa, quello che 80 anni di Concordato ci hanno regalato”.

IL DENARO E LE RISSE– Qui Roma. Siamo seduti a un tavolino di un bar in centro e la fonte da Oltretevere che parla (in borghese) con Affari è a metà tra il preoccupato e la collera. “Follow the money” è la frase che in questi giorni svariate fonti hanno ripetuto ad Affari per spiegare l’esplosione di corvi, dossieraggi, lettere anonime e quant’altro. Ci sarebbe insomma una parte della Curia molto critica verso la trasparenza bancaria voluta dal Papa e la crisi “non è solo di fede come dice lui, ma anche e soprattutto di governance”. Attenzione: da un lato ci sono i corvi “giustizieri” che, come abbiamo scritto nei giorni scorsi, lavorano senza coordinamento e dietro non hanno nessuno, diciamo che più che corvi sono cani sciolti e, come ha detto ieri a Potenza il Segretario di Stato cardinale Tarcisio Bertone, “E’ bene che le colombe volino alto”, lasciando i corvi “nel bosco”. Questo primo gruppo raccoglie la fronda antibertoniana ma, come abbiamo detto, non ha un “mandante” preciso. Nemmeno il suo predecessore alla Segreteria di Stato, Angelo Sodano, che peraltro è ormai fuori dai giochi: “Poteva essere un problema per Bertone ancora 4 anni fa, quando i Nunzi in visita dall’estero andavano a trovarlo in Vaticano e si lamentavano con lui della linea Bertone. Ma ora tutto è finito”, dice la fonte.

ASPETTANDO MONEYVAL –  Dall’altro lato, in una posizione ben diversa, ci sono i monsignori vicini al cardinale Attilio Nicora. Varesino, molto riservato, notoriamente onesto e preciso alla pignoleria nell’amministrazione dei soldi della Chiesa, il cardinal Nicora si è trovato nel luglio scorso ad assumere a tempo pieno la guida dell’AIF, l’Autorità di informazione Finanziaria del Vaticano che con compiti in materia di prevenzione e contrasto del riciclaggio dei proventi di attività criminose e del finanziamento del terrorismo. A fine gennaio 2012 l’AIF ha visto un ridimensionamento delle sue prerogative. Sono infatti entrate in vigore le modifiche alla legge vaticana 127 che nel 2010 le aveva imposto la competenza in tema di antiriciclaggio. Adesso la responsabilità dovrà essere coesercitata insieme alla Segreteria di Stato (fatto che Oltretevere viene interpretato, secondo quanto riferiscono fonti ad Affari, come una vittoria di Bertone) e la Pontificia Commissione per lo Stato Città del Vaticano che esercita il potere legislativo ed è guidata da monsignor Giuseppe Bertello (considerato vicino a Bertone). A giugno Moneyval, il comitato europeo che si occupa di antiriclaggio, dirà la sua sulla Santa Sede e il rispetto delle normative antiriciclaggio, dopo l’ispezione compiuta in Vaticano nel novembre scorso. Questo si inserisce nell’ambito dell’adeguamento agli standard internazionali, secondo le indicazioni concordate con il Fondo monetario internazionale e dalla Banca mondiale, per portare la Santa Sede nella cosiddetta “white list”, l’elenco cioè dei paesi virtuosi e trasparenti in tema di finanza.

NICORIANI PREOCCUPATI – I nicoriani però sono preoccupati. Parlano di un Nicora disgustato dai veleni circolati in Vaticano e perplesso rispetto alla gestione bertoniana delle questioni finanziarie. E, quel che più preoccupa, il 16 marzo il cardinale compirà 75 anni e sarà tenuto a presentare le dimissioni. Che cosa succederà? Il Papa lo manterrà in regime di prorogatio (e dunque fino a quando non disporrà altrimenti), oppure sceglierà un successore? Anche questo entra nel Grande Gioco che starebbe togliendo il sonno a non pochi monsignori Oltretevere. La fonte di Affari precisa: “Il punto è che Bertone con la sua azione per la trasparenza finanziaria ha – e siamo tanti a pensarlo – creato un precedente sull’indipendenza della Santa Sede”. In che modo? “Fondamentalmente, siamo convinti che le ispezioni di Moneyval e la Legge 127 abbiano aperto un varco stabilendo un principio pericoloso: quello cioè che l’autorità del mondo civile si possa ingerire della Chiesa”. E prevede: “Se andiamo di questo passo, uno scenario simile sarebbe quantomeno credibile: prima i soldi, poi l’Europa ci impedirà di difendere la famiglia tradizionale in nome della non discriminazione di genere e della libertà d’opinione, poi ancora in nome delle pari opportunità dovremo aprire i seminari anche alle donne”. In altre parole: “Per quanto esagerati gli esempi che faccio, questo significa che, se non finirà, comunque l’indipendenza della Chiesa cattolica sarà messa pesantemente in discussione. Ed è quell’indipendenza ottenuta con 60 anni di Questione Romana, sarà una nuova porta Pia”. Per meglio dire? “Finirà con la Chiesa sottoposta al controllo e alle voglie del potente di turno. Ma del resto tutto questo – sospira la fonte – l’aveva previsto già dieci anni fa Giorgio Salina. E non lo hanno ascoltato”.

LA “PROFEZIA” DI SALINA – Chi era Giorgio Salina? “Giorgio Salina è morto nel 2010. Era una degna persona, un grande cattolico proveniente dalle file di Comunione e Liberazione e soprattutto aveva avuto una vita molto interessante. E non era uno qualunque: era stato decorato con la Croce di Cavaliere di San Gregorio Magno. Già manager di grandi società (Ansaldo Energia, N.d.R.), poi direttore generale della Compagnia delle Opere (il braccio economico di CL, N.d.R.), nell’ultima parte della sua vita era divenuto collaboratore della Nunziatura di Bruxelles”, precisamente vi operava come “esperto”. E, precisa la fonte: “Era lui, peraltro, a tenere i contatti con i deputati del PPE, il Partito Popolare Europeo”. A proposito del cavalierato: gli era stato accordato nel 2005 da Giovanni Paolo II, per i “grandi meriti acquisiti in sette anni di collaborazione con la Santa Sede presso gli Organismi comunitari, e d’azione costante per affermare e far riconoscere che i frutti delle indubbie radici cristiane sono attuali e riscontrabili oggi in Europa”.

LE LOBBY GAY E MASSONICHE CONTRO IL VATICANO – Ufficiale di collegamento tra il Vaticano e l’Europarlamento cattolico, Salina “Non solo aveva previsto tutto, dalla polemica sull’ICI al lobbysmo europeo di vario genere – dalla massoneria agli omosessuali – contro la Chiesa, ma soprattutto aveva più e più volte alzato la voce – a Radio Maria, con amici in Regione Lombardia, con interviste e articoli – proprio sugli gli attacchi delle lobbies dell’Europarlamento ai danni dell’indipendenza del Vaticano”. Ecco qua, per dare un esempio, che cosa diceva il 16 maggio 2008 all’agenzia cattolica ZENIT sulla sentenza con cui la Corte Europea aveva condannato la Grecia per aver costretto un avvocato a manifestare i propri convincimenti religiosi durante il giuramento per l’inizio della professione e rendeva le religioni colpevoli di violazione del diritto di libertà religiosa: “Non vi è dubbio che la convergenza di Deputati europei appartenenti a diversi gruppi politici, gli intergruppi Gay e Lesbiche e analoghe Organizzazioni europee, potenti lobby (attenzione: all’Europarlamento le lobby, peraltro perfettamente legali, hanno addirittura uffici con tanto di targhetta) come Catholics for the free choice, determinano una forte pressione relativista nelle varie Istituzioni”. Accuse quantomeno pesanti. Piccolo particolare: i  CFFC sono abortisti nati fuori dalla Chiesa e decisi a combatterla. Con tanti soldi.

LA LOBBY CATTOLICA E LA GUERRA EUROPEA – Proprio per rispondere agli intergruppi LGBT, che alla metà del decennio scorso contavano almeno 120 parlamentari in grado di respingere la nomina di un commissario (nel caso Rocco Buttiglione, bandito dalla Commissione UE a causa di alcune sue dichiarazioni sugli omosessuali), Salina aveva fondato nel 2006 l’Associazione per la Fondazione Europa, nata dall’incontro di deputati italiani, francesi, polacchi e spagnoli. Ufficialmente intesa a promuovere i principi della Dottrina Sociale della Chiesa nelle istituzioni comunitarie, è stata da allora la lobby cattolica all’Europarlamento. Uno strumento che ha rappresentato un passo importante per un tentativo di presenza nelle istituzioni europee. Ma: “Adesso Salina è morto e non c’è stato nessuno a prenderne il posto”, commenta la fonte. Che aggiunge: “E’ un grave errore aver perso un ufficiale di collegamento e non essere riusciti a sostituirlo con una personalità altrettanto capace. Un errore che stiamo pagando. E che in fondo proprio Salina aveva previsto”, conclude amareggiata.

di Antonino D’anna – affaritalian.libero.it

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