Io, da spacciatore a sacerdote

Da ragazzo non sono stato uno stinco di santo, anzi. Ho vissuto un’adolescenza spericolata e ho rischiato grosso racconta Don Roberto Dichiera a Ok Salute. Grazie a Dio mi sono salvato: non è un modo di dire. A 12 anni le prime sigarette, per sentirmi grande e per il gusto del proibito. Poi i superalcolici e le canne, a 14 anni erano già un’abitudine. Ero in cerca di sensazioni forti, cercavo la trasgressione e pensavo solo a divertirmi. Non avevo ideali, ambizioni. Dopo le medie ho chiuso con la scuola e mi sono arrangiato con piccoli lavoretti. Aspettavo con ansia il fine settimana per andare in giro a sballarmi. Frequentando i rave-party e le discoteche più eccessive ho iniziato a farmi di altro, gli spinelli non mi bastavano più. Mi sono messo anche a spacciare: ero il punto di riferimento di tanti ragazzi che, come me, cercavano una dose effimera di felicità, lo stordimento, una scarica di emozioni fasulle.

Ho provato di tutto, perfino il popper – Ho usato di tutto, tranne l’eroina: ecstasy, acidi, cocaina, perfino il popper, un solvente che si inala. Mi sentivo forte, padrone del mondo, non avevo paura di finire male o di essere arrestato. In fondo, sapevo di essere diventato dipendente, ma avevo la consapevolezza (sbagliata) di poter controllare il consumo e non avevo nessuna intenzione di smettere. La droga è così, ti avvolge in una spirale da cui è sempre più difficile uscire, e spesso ti annienta. Ogni giorno, più volte al giorno, fumavo spinelli e consumavo regolarmente tutto il resto. Sono stato male diverse volte, in particolare dopo aver assunto cocktail di sostanze abbinate all’alcol. In alcune occasioni ho perso momentaneamente la vista, non riuscivo a distinguere più niente, vedevo solo rosso. Ho avuto allucinazioni tremende, ho vomitato spesso per intossicazione. Una ragazza a cui avevo ceduto degli acidi ha rischiato di morire: si è salvata dopo un ricovero di tre giorni, in ospedale. Me la sono ritrovata per terra, collassata, col volto cianotico. L’ho soccorsa, è vero, ma niente mi scuoteva, rimanevo un incosciente e un menefreghista. Volevo continuare a sentirmi euforico e riempire quel vuoto che mi attanagliava. Durante il servizio di leva le cose non sono migliorate. In quel periodo, era il 1993, il servizio militare era obbligatorio e anche in caserma ho continuato la mia attività, con la complicità dei commilitoni a cui fornivo le sostanze. Riuscivo sempre a farla franca: avevo soffiate prima dei controlli e facevo sparire la roba in discarica per poi recuperarla. Quando bisognava sottoporsi agli esami delle urine scambiavamo i campioni, non sono mai risultato positivo.

La preghiera mi ha fatto cambiare vita – In treno, durante un permesso, ho incontrato Manuela. Volevo coinvolgerla nella mia vita di eccessi, ma è stata lei che ha avuto la meglio e mi ha riportato sulla retta via. Per un po’ ho continuato a drogarmi, e a 21 anni ho anche avuto paura, seriamente. Avvertivo dei brividi fortissimi in testa, come scariche elettriche. Per la prima volta mi sono reso conto che l’uso di sostanze rischiava di bruciarmi il cervello. L’amore di Manuela, la sua fede, hanno lentamente fatto breccia dentro di me. Non mi ero mai innamorato, avevo molte compagne, una marea di rapporti occasionali. Lontanissimo dalla chiesa e dalla preghiera, ho iniziato ad accompagnarla a messa, solo per compiacerla, senza alcun interesse. E dire che bestemmiavo in continuazione e disprezzavo i preti. Nel giro di un anno le cose sono cambiate, ho cominciato a pregare, a riavvicinarmi a Dio. Ho scoperto una forza di volontà che non pensavo di avere e ho smesso di assumere sostanze. A 22 anni la vocazione, leggendo il Vangelo: il calore di un abbraccio paterno e una luce piena d’amore. Ho sperimentato una pienezza di gioia traboccante, di contro al paradiso artificiale prodotto dalla droga, e ho scelto di dedicare la mia vita al Signore, come prete di strada. L’incontro con la Comunità Nuovi Orizzonti è stato l’occasione per mettermi a servizio degli ultimi, di testimoniare la gioia autentica, di coinvolgere i giovani, proponendo loro un modo nuovo di intendere la vita. Lontano dall’autodistruzione, in cerca della vera libertà.

Don Roberto Dichiera
Testimonianza raccolta da Francesca Turi – corriere.it

Traghettilines BOMPIANI 1+1 Abbonanti ad un 2024 di divertimento - Mirabilandia Pittarello - Saldi fino al -70% Frigo vuoto e voglia di vino? Te lo consegniamo in 30 minuti alla temperatura perfetta! Duowatt - Banner generici con logo Tekworld.it Bus Terravision Aeroporto Milano Malpensa Plus Hostels Transavia 2021 Radical Storage Bus notturno Fiumicino Aruba Fibra veloce Hosting Aruba - Scopri di più