Nuove forme di impegno politico

C’è sempre una prima volta: quest’anno ci troviamo in Svizzera nella città dove risiedono Urs e Josef. Città piena di italiani e non solo: più di 30 etnie convivono nel quartiere dove siamo ospitati. Ci stanno tutti benissimo e questo significa che la convivialità delle differenze è possibile ed anche positiva, costruttrice di un’umanità nuova. Tutto ordinato ed anche cattolico: la presenza protestante è solo del 10%. Dico “cattolico” perché si nota la presenza massiccia di chiese e campanili ed anche chiese importanti come quella dei gesuiti, che dominano il paesaggio con le loro cuspidi e torri a piramide in versione Svizzera. Nel quartiere c’è pure la presenza di una chiesa data in gestione ai lefevriani. Siamo entrati durante una visita al quartiere, si respirava l’aria preconciliare, con le cancellate, i pulpiti, santi e madonne dappertutto con un quadro di San Carlo Borromeo che con il suo sguardo austero imponeva timore. Un odore di vecchio, relegato ai vecchi ricordi dell’infanzia, che mi toglieva il respiro. Il tempo si è fermato, lì. Eppure la domenica è sempre piena, come diceva Urs. Siamo ospitati presso un istituto religioso in una posizione bellissima, ma per gli incontri siamo al centro sociale “Colonia libera degli italiani”, nata negli anni ’30 per i rifugiati politici durante il fascismo. Ora è un centro sociale multietnico, dove gli italiani si fanno notare subito per la voce alta, soprattutto quando giocano a carte. In quel quartiere , all’inizio del novecento, Mussolini aveva vissuto per un certo periodo da “barbone”, ma non è morto però assiderato per la strada, qualche latinista direbbe: utinam!
Incontro composto soprattutto dai soliti affezionati e da qualche volto nuovo, soprattutto francese. Tra l’altro un prete operaio francese è figlio di uno scampato alla strage degli armeni all’inizio del secolo scorso in Turchia ed emigrato in Francia.
Tema dell’incontro: “Nuove forme di impegno politico: quali sono gli avvenimenti che sembrano avere una portata significativa? Perché molti non si impegnano più? Troviamo nella Bibbia la forza per uscire da questa situazione di impotenza?
Gli inglesi pongono l’attenzione agli avvenimenti del Nord Africa, che “richiedono in prima istanza la protezione umanitaria, praticamente scegliere di sostenere un gruppo contro un altro. Noi non sappiamo quali risvolti ci saranno in questi mesi. E’ sparita la stabilità delle relazioni con i paesi arabi e può darsi che i paesi dell’Ovest non potranno solo reagire agli avvenimenti ma si troveranno impelagati senza fine”.
Significative anche le manifestazioni studentesche contro il governo che ha aumentato a 9000 sterline annue la tassa universitaria. Altre manifestazioni contro la riduzione del budget per la sanità, servizi sociali e l’educazione e “questo può mettere fine alle organizzazioni che hanno contribuito alla qualità della vita per tutti”. Nello stesso tempo ha proposto l’idea di una “Big Society” alla quale tutti possono partecipare per aiutare gli altri solo come volontari, senza essere pagati. Questo ha fatto scatenare una grande manifestazione nazionale per le vie di Londra promossa dai sindacati.
Nel Belgio c’è una situazione politica ferma da due anni, senza governo praticamente. Situazione critica anche per la chiesa travolta dagli scandali della pedofilia con un 8% della popolazione che ha voltato le spalle alla chiesa cattolica in questi ultimi tempi e quelli che si impegnavano per la catechesi, per i gruppi legati alla chiesa attualmente preferiscono impegnarsi nei movimenti di quartiere, nei club sportivi. Anche se molti esitano a impegnarsi nella politica, molti altri la fanno con i “Medici senza frontiere” e Amnesty International. Inoltre le nuove reti sociali come Facebook e Twitter dimostrano che la gente si può entusiasmare con delle azioni sociali.
In Germania ci sono stati due avvenimenti che hanno suscitato reazioni fortissime: l’opposizione al mega progetto “Stoccarda 21” della compagnia ferroviaria tedesca e l’opposizione al nucleare che ha poi di fatto costretto il governo alla rinuncia al nucleare. Una protesta che si organizza in pochi giorni via internet, mentre prima ci sarebbero volute settimane e settimane di tempo. Quando gli individui e la collettività sono toccati direttamente, la protesta è immediata.
Si sono organizzate “veglie di avviso” in tutte le città, ogni settimana fino alla fine del progetto nucleare.
I francesi si chiedono perché la gente non fa più politica e rifiuti le organizzazioni e il modo di far politica di questi ultimi anni non sentendosi rappresentati, anche perché da un sondaggio risulta che 83 % dei francesi è convinto che la classe politica non si preoccupa di ciò che pensa la gente. Da qui l’importanza che assumono organizzazioni come :Attac, Appel des Appels, pratiche di disobbedienza, forum sociali, i caffè cittadini,i cerchi del silenzio, le reti in internet, luoghi di riflessione e attività politica. “Un ritorno alla politica passa dal negativo, dal “no” che scandito e gridato mille volte diventa un “si”.”
José dalla Spagna fa la sua testimonianza su quello che sta succedendo a Madrid e in tutte le città spagnole, un modo nuovo di far politica, aperto a qualsiasi soluzione e percorso. Esso ha scosso profondamente l’opinione pubblica .
In Italia gesti significativi che hanno fatto pensare: gli immigrati sulla gru a Brescia e sulla torre a Milano. “Una nuova generazione di operai che ci ha insegnato delle parole che avevamo dimenticato: pane, lavoro, dignità e rispetto, solidarietà e lotta per il diritto di vivere”. Le ultime elezioni amministrative sono state un segno che ci fa dire : qualcosa si sta muovendo. La manifestazione delle donne per difendere la loro dignità e il movimento referendario sono gli ultimi due esempi di un nuovo modo di far politica, una mobilitazione che non passa per i soliti canali politica ma attraverso passa-parola, internet.
Nei lavori di gruppo ci siamo soffermati sulle nuove proposte di partecipazione politica, segni nuovi che emergono senza dimenticare la vecchia prassi delle comunità di base dell’America Latina: vedere, giudicare e agire che possiamo tradurre anche con: conoscere che è ascoltare, scoprire, cercare (vedere); con riflettere e dibattere (giudicare), servire, proporre e organizzare (agire).
Il progetto “un altro mondo è possibile” va coniugato con un” altra politica, un altro lavoro e un’altra partecipazione.
E per noi preti operai è importante anche la “decristianizzazione” del nostro impegno lavorando in un contesto interreligioso che rispecchia la società nuova che sta emergendo. Vivere intensamente quello che stiamo facendo, essere attenti e saper interpretare gli avvenimenti. Continuare, perseverare, seminare, sostenere diverse reti di azione, sono alcuni verbi emersi con insistenza da parte di tutti.
E’ importante sostenere le lotte su punti precisi, senza dimenticare una visione generale: un progetto parziale che va visto in un progetto generale. Inoltre serve anche fantasia e qui acquista la sua importanza il gesto simbolico, che ha un impatto sulle persone e resta nella memoria collettiva, come quello dei ragazzi della gru a Brescia o quello della torre a Milano. Lo stesso dicasi del gesto estremo del giovane di Tunisi che ha fatto scatenare la “rivoluzione dei gelsomini” in Tunisia.Uno degli impegni è quello di far passare la informazioni, soprattutto sulle esperienze positive che stanno nascendo ovunque e questo ci fa dire: allora è possibile.
Le immagini bibliche che possono esprimere sono quelle di un Dio che crea con la sua parola, che ascolta il grido del suo popolo, le donne che salvano Mosé, le ossa di Ezechiele che riprendono vita, le parole del profeta che diventano esse stesse un grido, il magnificat.
Al di là di tutte le convinzioni ideologiche, filosofiche e religiose è scritto nella natura umana un seme di resistenza, di speranza nella misura in cui ogni essere umano prende coscienza della sua dignità. Tutta la tradizione biblica è il racconto di questo come esperienza collettiva.
Giornate intense, ma anche piacevoli. Si è utilizzato il metodo attivo negli incontri di gruppo ed anche assembleari e questo ci ha fatto lavorare senza stancarci. Un serata è stata dedicata alla testimonianza di Ramiro di Barcellona, appena tornato da Haiti, dove ha vissuto il terremoto. Sono scorse foto che erano un pugno allo stomaco: cadaveri sopra cadaveri ammonticchiati per le strade, piedi e mani che uscivano dalle macerie. Mi sembrava di vedere le foto dei campi di concentramento nazisti alla fine della guerra. La commozione di tutti era evidente anche dalle lacrime che uscivano dai nostro occhi.
Un altro momento significativo è stata la visita ad una vetreria, per arrivarci abbiamo attraversato il bellissimo lago dei Quattro Cantoni, dominato da monte Pilato (si dice che l’anima di Pilato aleggia su quel monte ancora oggi). Una vetreria di lunga storia, prelevata da una famiglia italiana negli anni ’30. Tutt’ora funzionante ed anche luogo di attrazione: da una terrazza interna si possono vedere le persone che lavorano e che stanno apprendendo quell’arte, tra di esse una donna. Tutti quegli operai che soffiavano il vetro erano italiani, turchi e rumeni, qualcuno direbbe: come volevasi dimostrare. Ma una nota positiva la danno i giovani, tutti quanti, che lavoravano , direi, con soddisfazione ed anche con un po’ di umorismo, cioè scherzando. Si vede che quel lavoro piaceva. E’ stato anche per noi emozionante veder nascere le forme e la delicatezza del tocco creativo .
Il prossimo anno ci ritroveremo con tutti i preti operai francesi, che saranno riuniti per il loro incontro triennale. Sapete dove? Non vi meravigliate: a Lourdes.
Questo luogo è stato scelto non per motivi religiosi o per qualche conversione particolare, ma solo per motivi logistici: ospitare trecento-quattrocento persone nello stesso luogo non è facile.
Mario Signorelli – pretioperai.it
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