L’acqua Fiuggi è sparita. Ma non dalla tavola del Papa e di Napolitano

L’acqua Fiuggi è introvabile. E l’unica preoccupazione di Federalberghi è quella di far arrivare quanto prima qualche bottiglia d’acqua dalle ormai rinomate proprietà curative sulla tavola del Papa e su quella del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Ormai da settimane l’acqua oligominerale laziale non è più sugli scaffali dei supermercati, delle farmacie, dei negozi di tutta Italia e ovviamente non poteva non essere sparita anche dal bicchiere del Papa e del Presidente Napolitano. Nei magazzini del Quirinale così come in quelli della Città del Vaticano, pare proprio che le scorte della famosissima acqua termale siano terminate. E questa grave mancanza ha mandato in agitazione Federalberghi Lazio tanto da raccomandarsi, l’ultimo giorno dell’anno 2011, con i vertici della Sangemini che ha in appalto l’imbottigliamento. Sicuramente è un grosso disagio per gli illustri consumatori ma non è niente a confronto del disagio accusato dal Comune laziale e soprattutto da tutti i dipendenti della ditta che imbottiglia l’acqua mandati in cassa integrazione da luglio scorso per la messa a norma dello stabilimento.

Infatti se l’acqua è introvabile un motivo c’è: sono ormai sei mesi che l’imbottigliamento nella cittadina termale è fermo, prima per mancanza di alcuni requisiti di agibilità degli impianti e da qualche giorno anche per uno sciopero a oltranza dei lavoratori. Ma delle loro motivazioni sembra che a nessuno interessi.

Questi ultimi hanno deciso di incrociare le braccia dal 5 dicembre, giorno in cui lo stabilimento ha riaperto i battenti, per rivendicare il pagamento delle mensilità relative al periodo di blocco della produzione, anzi, la differenza tra lo stipendio e il contributo della cassa integrazione. Perché? Secondo i dipendenti dell’azienda ma anche dell’amministrazione comunale e persino di Federalberghi Fiuggi, la scelta di chiudere lo stabilimento inaugurato solamente nel 1996 è stata del tutto inutile e soprattutto si è rivelata molto dannosa sia a livello commerciale, pubblicitario che occupazionale.

Anche il Comune di Fiuggi ha dichiarato guerra alla Sangemini, il gruppo umbro che ha in appalto l’imbottigliamento di 40 milioni di bottiglie l’anno, chiedendo il sequestro di migliaia di prodotti sia per i danni subìti che per delle royalty mai riscosse dall’azienda dell’acqua.

Non c’è dubbio: per una volta l’acqua Fiuggi non ha avuto proprietà benefiche e sicuramente non sui residenti della cittadina termale.

Ma nonostante la questione si stia trasformando lentamente in un “caso Fiuggi”, a destare la maggiore preoccupazione al momento rimane sempre la penuria della celebre acqua del Frusinate nelle stanze del Papa e del Presidente della Repubblica.

“Entro qualche giorno – assicura a Panorama.it, il presidente degli albergatori di Fiuggi e vice presidente Federalberghi Lazio, Franco Tucciarelli – provvederemo a inviare confezioni d’acqua per il Santo Padre e per il Presidente Napolitano”. Franco Tucciarelli ha chiesto alla Sangemini di mettere subito a disposizione un quantitativo di bottiglie da inviare in Vaticano e al Quirinale. “Una forma di rispetto che vuole mantenere alto il prestigio dell’acqua Fiuggi”, spiega Tucciarelli. Nobile gesto, indubbiamente, ma i lavoratori? A loro sembra proprio che non rimanga altro che cambiare aria e ovviamente anche acqua. Anzi, società di imbottigliamento.

nadiafrancalacci  – blog.panorama.it
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