La nuova star della rete è un prete cattolico austriaco. Si chiama Tomasz Jaeschke

di Debora Attanasio / leggo.it

ROMA – La nuova star della rete è un prete cattolico austriaco. Si chiama Tomasz Jaeschke, e otto mesi fa, ha scritto una lettera al papa chiedendo al Vaticano di prendere una posizione, morale etica e religiosa, verso gli animali e l’ambiente, e di ricordare ai suoi fedeli che anche gli animali sono creature di Dio. Non avendo ottenuto risposta, Jaeschke ha deciso di recarsi a Roma il 1 ottobre. Rimarrà due giorni nei paraggi della Capitale, in meditazione e digiuno, a disposizione dei canili che ne richiederanno la presenza per benedire gli animali, rinunciando alla comunicazione verbale e rivolgendosi all’empatia e alla compassione della gente.
Poi Il 4 ottobre, giorno di San Francesco d’Assisi, si recherà all’ingresso del Vaticano per benedire gli animali e consegnare la sua lettera al Papa. «Santo Padre, non possiamo piú ignorare! Profondamente preoccupato per la sorte degli animali nostri fratelli e sorelle, con la mia lettera del 01-02-2011, ho pregato il Vaticano (Papa Benedetto XVI) ad una riflessione collettiva. Non avendo ricevuto alcun riscontro, ho deciso di recarmi io stesso a Roma. Il 4 ottobre (giorno di San Francesco d´Assisi) mi siederò all’ingresso del Vaticano, in Piazza San Pietro, e benedirò gli animali che passano o che mi verranno portati. Non si puó piú ignorare, è tempo di dare un chiaro segnale, questo lo dobbiamo ai nostri fratelli e sorelle, gli animali. Questo é il motivo della mia venuta a Roma. Alle mie spalle non vi è alcuna organizzazione, né persona privata. La mia è una “reazione” spontanea, una necessità del cuore per la grande preoccupazione verso i nostri piccoli fratelli e sorelle, gli animali».
La notizia, importata in Italia dal sito animalista animalvibe.org, sta facendo il giro del web e i gruppi Facebook italiani spuntati stamattina per sostenere l'iniziativa di padre Jaeschke hanno già iniziato a raccogliere numerose adesioni, col semplice passaparola, anche tra chi non è cattolico. «Io credo al bene nell’uomo e credo che tanti piccoli uomini in tanti piccoli luoghi possano cambiare il mondo di domani», ha commentato Jaeschke, «perché conosco molti cristiani a cui la sofferenza degli animali spezza il cuore, e so che non si sentono compresi dalla loro stessa Chiesa. Perchè so che anche per Gesù, la pena degli animali rappresenta una spina nel cuore ed ha per loro compassione. Come teologo, pastore d’anime e cristiano non posso piú stare a guardare inerte, davanti al grido di aiuto di creature inermi, miei fratelli e sorelle più piccoli».

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