Crisi? Ma quanto costano agli italiani Caste e privilegi?

Si sta andando in vacanza. Scrivere un articolo che probabilmente leggeranno in pochi, non è il massimo della realizzazione di identità giornalistica… ma poi si scorrono le parole sui giornali, udiamo telegiornali, e l’indignazione aumenta, e le dita che animano la tastiera del computer cominciano a formicolare. La ragione riesce, per qualche ora, a farti diventare razionale, poi si leggono i messaggi che due lettori hanno inviato alla pagina facebook del giornale, e allora la ragionevolezza va a farsi fottere perché viene alla mente che qualcuno ha detto che l’identità umana non si fonda sulla ragione ma sull’irrazionale che reagisce al disumano.

 

 

La signora M. S., commentando il nostro articolo di ieri ‘Bollino nero, 13 milioni sulle strade italiane’ scrive: “Mah, alla fin fine fanno bene a far debiti per andare in vacanza. Non la pensavo così in passato, ma adesso, con questo bailamme infernale, può darsi che quando tornano non ci sia più nessuno che vada a riscuotere". L.C. le risponde: “Non vado in vacanza da dieci anni, la televisione racconta balle. Non posso pagare più la rata del mutuo, altro che vacanza.”

Non puoi pagare il mutuo?  Ti devi indebitare per andare in vacanza? Le bollette sono sempre più care? Il tuo stipendio e la tua pensione si riducono? Ti sei chiesto perché non arrivi a fine mese? Ti sei mai chiesto quanto ti costa doverti vergognare ogni volta che non puoi rispondere alle esigenze dei tuoi figli?

Come rispondono i nostri governanti? Niente, nulla che serva a risolvere questi problemi, anzi la risposta è che questi problemi si aggraveranno per colpa della ‘crisi interplanetaria'; come dire per colpa di qualcosa di metafisico, cioè al di là delle capacità umane.

Cosa propone l’opposizione? Qualcosa in più, ma certamente non la soluzione del problema, perché anch’essa non punta il dito sulle piaghe da curare, ma nell’alto dei cieli.

Detto che la crisi che incombe sulla società è strutturale ed investe sia il sistema capitalistico sia il contratto sociale che sono da riformulare completamente, si possono indicare quali sono, in Italia, le piaghe da curare nell’immediato.

Le più evidenti ferite mortali che piagano il nostro paese sono: il sistema delle tre Caste imperanti – Chiesa, Finanza, Politica – e loro metastasi, vale a dire privilegi, corruzione, criminalità organizzata, e giù fino al ‘normale cittadino’ che non ha la forza e la vitalità per non divenire egli stesso parte di quel cancro. Come diceva Berlinguer: “Molti italiani, secondo me, si accorgono benissimo del mercimonio che si fa dello Stato, delle sopraffazioni, dei favoritismi, delle discriminazioni. Ma gran parte di loro è sotto ricatto. Hanno ricevuto vantaggi (magari dovuti, ma ottenuti solo attraverso i canali dei partiti e delle loro correnti) o sperano di riceverne, o temono di non riceverne più”.

Come si può vedere il problema è complesso e, nell’immediato, non di facile soluzione. Ma qualcosa si può fare, ora, per non costringere gli italiani, piegati da disoccupazione, tasse, bollette, inflazione, a non andare in vacanza, o peggio ancora a non poter pagare il mutuo, o ancor di più a non portare il figlio dolorante al pronto soccorso per paura che, qualora risultasse solo una piccola indigestione, si debba pagare 25 euro per il codice bianco.

Ma le parole magiche, "distribuzione della ricchezza e stop ai privilegi delle Caste", non vengono pronunziate da coloro che sono stati votati dal popolo per difendere i propri diritti e costringere i recalcitranti ad aderire ai loro doveri sociali.

Ecco i costi che le tre Caste, facendo magari finta di litigare tra loro, affibbiano agli italiani; i quali sono, per le Caste, null’altro che campi di grano a disposizione delle locuste.

Per far fronte, nell’immediato, al debito pubblico, che è ciò che più mette in ginocchio l’Italia, si potrebbe iniziare a tagliare i finanziamenti per il Ponte sullo Stretto e per le altre grandi opere (3,850 miliardi in tre anni); fine missione in Afghanistan (750 milioni l’anno); riduzione anche solo del 20% nelle spese militari (1 miliardo annuo); tagli alla produzione dei cacciabombardieri F35 (1,850 miliardi nel triennio); passaggio a copy left e open source nella pubblica amministrazione (risparmio di 2 miliardi annui); abolizione fondi a scuole e università private (700 milioni annui); riordino delle convenzioni private nella sanità (2,2 miliardi nel triennio); e infine l’attesissima riduzione dei costi della politica per un importo di 4,6 miliardi nel triennio. Totale circa 17 miliardi di euro.

 

Poi c’è ciò che fa indignare anche i cattolici pensanti: il Concordato con la Chiesa cattolica e tutti i privilegi e i ‘lasciti’ che i politici, tutti, tranne qualche volta esponenti del Partito radicale,  accordano allo Stato vaticano. Per fare capire l’immensità delle cifre di cui parliamo, prendiamo uno stralcio dell’articolo di Curzio Maltese apparso su ‘La Repubblica.it’ pochi giorni fa, e passato inosservato: “Con (…) prudenza e realismo si può stabilire che la Chiesa cattolica costa in ogni caso ai contribuenti italiani almeno quanto il ceto politico. Oltre quattro miliardi di euro all'anno, tra finanziamenti diretti dello Stato e degli enti locali e mancato gettito fiscale. La prima voce comprende il miliardo di euro dell'otto per mille, i 650 milioni per gli stipendi dei 22 mila insegnanti dell'ora di religione ("Un vecchio relitto concordatario che sarebbe da abolire", nell'opinione dello scrittore cattolico Vittorio Messori), altri 700 milioni versati da Stato ed enti locali per le convenzioni su scuola e sanità. Poi c'è la voce variabile dei finanziamenti ai Grandi Eventi, dal Giubileo (3500 miliardi di lire) all'ultimo raduno di Loreto (2,5 milioni di euro), per una media annua, nell'ultimo decennio, di 250 milioni. A questi due miliardi 600 milioni di contributi diretti alla Chiesa occorre aggiungere il cumulo di vantaggi fiscali concessi al Vaticano, oggi al centro di un'inchiesta dell'Unione Europea per "aiuti di Stato". L'elenco è immenso, nazionale e locale. Sempre con prudenza si può valutare in una forbice fra 400 ai 700 milioni il mancato incasso per l'Ici (stime "non di mercato" dell'associazione dei Comuni), in 500 milioni le esenzioni da Irap, Ires e altre imposte, in altri 600 milioni l'elusione fiscale legalizzata del mondo del turismo cattolico, che gestisce ogni anno da e per l'Italia un flusso di quaranta milioni di visitatori e pellegrini. Il totale supera i quattro miliardi all'anno, dunque una mezza finanziaria, un Ponte sullo Stretto o un Mose all'anno, più qualche decina di milioni.” Totale, senza dubbio in difetto, per la forse troppa correttezza del giornalista, 4,5 miliardi di euro.

Ma su questo fronte non c’è nulla di nuovo visto che, come scrive Karlheinz Deschner nella sua monumentale Storia Criminale del Cristianesimo, edita in Italia da Ariele (sono finora usciti 6 di 10 tomi): “Il patrimonio della chiesa è nato dalle donazioni, dai privilegi fiscali, dai lasciti, dalle decime, dalle estorsioni e dallo sfruttamento dei lavoratori. Nel medioevo la chiesa possedeva un terzo delle ricchezze d'Europa, anche oggi la chiesa cattolica è il più grande possidente  del mondo.”
 

Lasciato questo mistero di fede, che annebbia la mente a milioni di italiani, naturalmente, c’è il problema dell’evasione fiscale, che viene surrettiziamente sostenuta dalle tre Caste, le quali sono le prime ad usufruirne, o direttamente, o con il solito gioco di squadra. Le voci dell’evasione sono molte, le elenchiamo per aree: la prima è l’economia sommersa; la seconda è l'economia criminale; poi c’è quella composta dalle società di capitali, escluso le grandi imprese. In pratica su un totale di circa 800.000 società di capitali operative l’ 81% non versa le imposte dovute. Si stima un'evasione fiscale attorno ai 18 miliardi di euro l'anno. La quarta area è quella composta delle big company. Una su tre chiude il bilancio in perdita e non pagando le tasse. Inoltre il 94 % delle big company abusano del “transfer pricing” per spostare costi e ricavi tra le società del gruppo trasferendo fittiziamente la tassazione nei paesi dove di fatto non vi sono controlli fiscali sottraendo al fisco italiano 31 MLD di euro.

Nell’aprile del 2010 la mappa dell’evasione fiscale in Italia era la seguente. Economia sommersa: almeno 2.400.000 occupati svolgono un’attività irregolare come lavoratori dipendenti, € 34 MLD. Economia criminale: controllo del territorio, € 63 MLD. Società di capitale: il 81% delle società di capitali dichiara redditi negativi o meno di € 10 mila, € 18 MLD. Big company transfer pricing conti off-shore e società estere: € 31 MLD. Lavoratori autonomi e piccole imprese: mancata emissione di scontrini, ricevute e fatture fiscali, € 10 MLD.

Totale: 156 Miliardi di euro. Avete capito bene: centocinquantasei miliardi di euro all’anno. In totale ogni anno non vengono distribuiti ai cittadini italiani quasi 200 miliardi di euro.

Ora che avete capito perché c’è la crisi in Italia provate a dirlo ai vostri figli che non possono andare all’università, che non possono pagare i libri per studiare, che non possono andare al cinema con la ragazza… forse vi risponderanno che questa Italia l’avete costruita anche voi così com’è, e magari vi diranno anche che è ora che scendiate nelle piazze fisiche e mentali e ci rimaniate finché questo schifo non se ne va.

Ci vorranno degli anni, tanti anni, ma perlomeno non avremo gettato via la vita inutilmente pensando, schizofrenicamente, come Il Cardinale Hume, che la vita comincia con la morte: “Il cristiano affronta la morte in modo realistico ma sa anche che è una porta, un nuovo inizio, la realizzazione della vita umana”.

Ci vorranno anni, ma se pensate, da atei, che la realizzazione umana è legata ai vostri pensieri e alle conseguenti azioni che farete nell’unica vita che avete da vivere, beh allora fate tutto ciò che potete fare per una trasformazione antropologica della realtà sociale. Fatelo ognuno con i propri strumenti ma fatelo; e se lo farete, se lo faremo, la nostra vita peserà di più sul piatto della storia.

di Gian Carlo Zanon / dazebaonews

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