Governo sconfitto alla Camera alla vigilia della manovra

Caos nella maggioranza e nel Governo, alla vigilia del varo della manovra. L'aula della Camera ha bocciato l'articolo 1 della legge comunitaria, e dopo una lunga riunione del comitato dei nove che ha sancito la mancanza di un'intesa tra maggioranza e opposizione su come proseguire i lavori, il provvedimento è stato rinviato ad altra seduta. Governo e maggioranza sono stati battuti alla Camera per otto voti di scarto: 270 i voti contrari dell'opposizione e 262 quelli favorevoli della maggioranza, alla vigilia del voto cruciale sulla manovra correttiva.

Ventisette deputati del Pdl ma anche sei del gruppo dei Responsabili e almeno quattro del gruppo misto riconducibili alla maggioranza, due soli della Lega nord: sono gli assenti che hanno fatto mancare il loro voto. Tra quanti hanno 'bucato' il voto, nomi di peso come il coordinatore Denis Verdini, l'ex ministro Claudio Scajola, il legale di fiducia del premier Niccolò Ghedini, il sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto, Mario Valducci leader dei 'Club della Libertà'.

Non è bastata a riequilibrare le assenze della maggioranza una certa rilassatezza delle opposizioni: nove deputati del Pd, sette dell'Udc, due dell'Idv (compreso il leader Antonio Di Pietro) non avevano colto l'occasione che si stava profilando in aula. Forse perché anche loro, come ha commentato Umberto Bossi a caldo erano "stanchi" o "al bar". Bossi ha negato che si tratti di un segnale politico: è stato solo "un incidente".

Le opposizioni, per parte loro, hanno tenuto a sottolineare di non voler affatto esporre il Paese alle conseguenze della mancata approvazione di una legge necessaria per mettere in regola l'Italia con le direttive Ue. Ma chiedono che il contenuto delle nuove norme sia concordato. E soprattutto che, politicamente, Governo e maggioranza riconoscano di non essere più autosufficienti a Montecitorio per garantire l'approvazione del provvedimento.

Per Rosy Bindi "la maggioranza non c'è più, il governo è inaffidabile". "La maggioranza – ha fatto eco per il terzo polo il capogruppo Fli Benedetto Della Vedova- è evaporata. Siamo allo sbraco totale. Non può affrontarsi in questo clima anche la manovra economica". "Governo e maggioranza sono allo sbando – ha detto da parte sua Pierluigi Bersani – c'è da chiedersi come facciano ad affrontare una manovra economica in queste condizioni".

A proposito del richiamo del capo dello Stato ad una "convergenza" sulla manovra, Bersani ha aggiunto: "Convergenza per fare le riforme! Siamo sempre stati disponibili, abbiamo detto che ci sarebbero volute riforme per crescere un po'… loro hanno sempre detto 'non c'è la crisi', e adesso ci troviamo con una montagna davanti che loro spostano al 2013".

"Oggi ciascuno si prende responsabilità anche per domani" ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, rispondendo ad Oxford sulla manovra economica che il governo è chiamato ad approvare domani. Napolitano ha ricordato che per quanto riguarda la manovra di rientro dal debito "vedremo cosa arriverà dal governo, ma il 7 giugno c'è stato un documento molto puntuale della Commissione europea, che riconosceva che lo sforzo fatto rende credibile la vigilanza dei conti fino al 2012, ma che occorrono misure addizionali per il 2013-14".

TMnews

30 Giugno 2011

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