"Gesù e le donne". Si intitola così l'ultimo libro del premio Nobel, Dario Fo,
Il premio Nobel ha spiegato alla platea come la figura femminile sia onnipresente nei Testi sacri e nei Vangeli apocrifi e come spesso questi testi vengano studiati ed interpretati con superficialità. "I Vangeli sono scritti in greco – ha raccontato Fo a titolo esemplificativo – e invece molto spesso la gente crede che siano scritti in latino". Di qui una tagliente critica alla scelta di Papa Benedetto XVI di "volere la messa in latino. E’ un errore – ha sentenziato Fo – ci si allontana dalle origini". Poi, rincarando la dose, ha aggiunto: "Questo Papa ci impone una lingua morta, la lingua di coloro che hanno sempre detenuto il potere non solo quello ecclesiastico".
Il libro "Gesù e le donne" di Dario Fo, edito da Rizzoli, ricostruisce le tappe attraverso cui la figura femminile è stata progressivamente occultata nei Testi sacri tentando di spiegare gli aspetti più misogini della Chiesa. "Gesù – ha detto Fo – nei confronti delle donne era molto più generoso di quanto non lo fossero gli uomini, gli ha dato dignità e parità in una società misogina come quella del suo tempo". E a proposito della figura di Gesù, il premio Nobel per spiegarne le "doti di affabulatore" ha richiamato la figura di San Francesco. "Di lui si diceva che ‘di tutto el suo cuorpo facea parola’ e questo valeva anche per Gesù".